‘A seguito dell’annuncio del piano di riorganizzazione della rete di sportelli di Poste Italiane S.p.A. su tutto il territorio nazionale che prevede la chiusura di circa 450 sedi, abbiamo appreso che in Umbria le filiali da chiudere sarebbero 15, 9 gli sportelli nella provincia di Perugia oltre al ridimensionamento degli orari di apertura di alcune filiali’.

‘Per questo -spiega la senatrice del Pd Valeria Cardinali – insieme al collega Gianluca Rossi abbiamo presentato un’interpretazione al Ministro per lo Sviluppo a Economico per chiedere un approfondimento riguardo ai parametri utilizzati per la scelte degli sportelli da chiudere, ciò anche alla luce del valore sociale che gli stessi rivestono per le comunità interessate, ricordando che la maggior parte di questi uffici è frequentato da persone anziane, che risiedono nei piccoli centri e nei borghi storici dell’Umbria, che subirebbero un reale disagio’.

‘Abbiamo inoltre chiesto al Ministro – aggiunge – quali misure intenda intraprendere per garantire il rispetto dei disposti stabiliti dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in ordine al divieto di chiusura degli uffici postali nelle aree svantaggiate e conseguentemente favorire una concertazione tra la direzione di Poste italiane SpA e le amministrazioni locali, al fine di evitare la chiusura degli uffici postali nei comuni più piccoli del territorio nazionale; come intenda intervenire per evitare che decisioni unilaterali assunte da Poste italiane SpA arrechino disagi ai cittadini – utenti che non vedono garantita l’effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità, nel rispetto dell’accordo siglato fra le Poste italiane SpA e lo Stato; se non intenda valutare tutte le possibilità alternative alla semplice chiusura’.

‘Inoltre – conclude Cardinali – la Commissione Lavori Pubblici del Senato, della quale faccio parte e che è competente per materia, ha deciso di convocare l’amministratore delegato di Poste Italiane allo scopo di richiamare l’attenzione ad una congrua valutazione delle diverse realtà territoriali e alla necessità di non procedere con tagli lineari che si potrebbero rivelare davvero problematici per la popolazione’.

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