Interrogazione con altri 8 senatori Pd
‘Si valutino le novità sul programma Joint Strike Fighter e la partecipazione italiana all’acquisto di ulteriori lotti di F35’. A chiederlo con un’interrogazione al ministro della Difesa e al presidente del Consiglio è il sen. Felice Casson, vicepresidente Pd della commissione Giustizia, insieme ad altri 8 senatori del gruppo.
‘In più occasioni, anche al Senato – spiega – è stata segnalata l’assurdità di una spesa per aerei così problematici e certamente inidonei alfine del nuovo modello di difesa che si intendeva auspicare, soprattutto in ottica europea, ma negli ultimi giorni perplessità e contestazioni al nuovo programma F35 sono aumentate a seguito di accertamenti effettuati all’interno dello stesso Dipartimento della Difesa statunitense’.

‘In particolare – aggiunge – in data 29 gennaio 2014 è stato pubblicato il rapporto annuale del DOT&E , ovvero del direttore della sezione test operativi e valutazione del Dipartimento della Difesa Statunitense, Michael Gilmore, che affronta l’analisi del programma JSF (Joint Strike Fighter) F-35, studiando lo sviluppo delle fasi di test (tempi, evoluzione) e conseguentemente di valutare le capacità raggiunte in funzione dei medesimi test’.

‘Test che evidenziano come – sottolinea – nessuna delle tre varianti dell’aereo ha raggiunto l’affidabilità prevista con una percentuale di raggiungimento dell’obiettivo che va dal 30 al 39 per cento, con tassi di manutenzione, per problemi più o meno gravi, che sono stati tre volte superiori a quanto richiesto (addirittura del 344 per cento in più in alcuni casi). Questo si ripercuote sul raggiungimento dell’obiettivo primario del programma, ovvero raggiungere una capacità operativa iniziale (IOC) che consenta un primo utilizzo dei caccia F-35 in un ciclo di addestramento che possa rendere effettiva la scelta compiuta’.

‘In particolare – spiega – sui sistemi di missione si registra, secondo il rapporto, una vera e propria emergenza, mentre altre preoccupazioni emergono secondo il rapporto riguardo al peso, la struttura e la dotazione delle armi, che particolarmente ai modello B a decollo corto ed atterraggio verticale (quello che dovrebbe essere equipaggiato sulla portaerei Cavour) si riscontrano i maggiori problemi sui test relativi al ‘distacco’ degli armamenti (il lancio dei missili)’.

E’ evidente – conclude Casson – che è necessario rivedere gli impegni presi perchè si confermerebbero le criticità rispetto ad un programma che, oltre ad essere altamente costoso, rischia di acquistare aerei che non avranno alcuna speranza di essere utilizzati in missione, se non anche a fatica per azioni di addestramento’.

30 gennaio 2014