Caro Sansonetti,
è del tutto legittimo, ovviamente, concordare o dissentire da una proposta sia di riforma costituzionale che di legge elettorale. Non mi pare pero che sia oggettivamente possibile sollevare anche soltanto dubbi di costituzionalità sul disegno di legge elettorale per i nuovi consiglieri regionali-senatori sottoscritta, insieme a me, da Fornaro e da oltre 20 componenti del gruppo Pd al Senato.
Siamo tutti d`accordo sul fatto che sarebbe stato preferibile inserire, nel progetto di riforma costituzionale, la norma relativa all`elettività al comma 2 dell`articolo 2: la presidenza del Senato non l`ha consentito, cosicché è stato possibile inserirla al comma 5. L`interpretazione tuttavia non si presta ad alcun dubbio o equivoco: al comma 5 è detto che i nuovi senatori/consiglieri regionali dovranno essere eletti “in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi”, secondo le modalità stabilite da una legge ordinaria.
È evidente che i cittadini per scegliere dovranno esprimere un loro voto sui candidati: la discussione allora non verte né
sulla necessità di una legge né sul suo carattere di proporzionalità, ma casomai sull`eterna discussione tra collegi uninominali e preferenze. Noi abbiamo scelto i collegi, ma in ogni caso è fuor di discussione che i cittadini scelgono direttamente i propri rappresentanti in Senato e che i Consigli regionali dovranno limitarsi ad una pura funzione di ratifica. Del resto non si tratta di qualcosa di inedito: nel 1995 avvenne esattamente così in occasione dell`elezione dei presidenti delle Regioni.
Ho più volte detto che non si tratta di sottoporre a verifica il tasso di maggiore o minore democraticità delle elezioni comunali, regionali o nazionali: il problema è quello che, con leggi regionali che hanno tutte alti premi di maggioranza, non vi sarebbe stata automaticità nella scelta dei consiglieri senatori, ma inevitabili trattative tra maggioranza e opposizioni, nella maggioranza e nelle opposizioni, con esiti diversi da Regione a Regione.
In conclusione domani, se il referendum approverà la riforma costituzionale, i cittadini continueranno come prima a eleggere i propri senatori: unica differenza sarà che i candidati al Senato dovranno esserlo anche per i rispettivi consigli regionali.


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