“La riduzione del numero dei deputati e dei senatori investe direttamente la qualità della nostra democrazia parlamentare, sotto il profilo della rappresentatività delle Camere e della loro piena funzionalità. Non è l’amore per la Costituzione a muovere la maggioranza gialloverde, ma solo il misero tornaconto elettorale”. Lo ha detto la senatrice del Pd Monica Cirinnà intervenendo in Aula.
“Nella Costituzione nulla è stato scritto per caso, nemmeno i numeri – ha aggiunto – La fissazione del numero dei deputati in 630 e dei senatori in 315 è stata il frutto di un lavoro attento e meditato. L’unica preoccupazione che guidò i padri costituenti fu quella di assicurare al Paese un Parlamento in grado di funzionare con efficacia, garantendo la massima rappresentatività e la massima efficienza. Il numero di 630 e 315 deriva dunque dall’applicazione delle proporzioni di 1 deputato ogni 80 mila abitanti e 1 senatore ogni 100 mila. Non sono numeri buttati lì a caso, ma elementi strutturali di una cultura politica democratica, segno della profonda cura che chi ci ha preceduto ha voluto mettere nella costruzione dell’architettura istituzionale della Repubblica”.
“La strumentale proposta gialloverde di riduzione del numero dei parlamentari – ha proseguito – deve essere letta alla luce della totale assenza di cultura democratica. Non è un tema di cui non dibattere, ma tenendo ben presente che serve un equilibrio ragionevole”.
“Non si può intervenire – ha concluso Cirinnà – su un aspetto così delicato dell’organizzazione istituzionale solo sull’onda della demagogia o, peggio ancora, avendo in mente soltanto esigenze di razionalizzazione della spesa pubblica. I denari impiegati nella qualità della vita democratica di questo Paese non sono mai denari sprecati”.


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