“Stiamo trasformando il mondo in un grande campo di rifugiati, la chiusura mentale rende tutti noi un po’ profughi”.
Così il senatore Roberto Cociancich, membro della commissione Esteri e responsabile Europa Pd, intervenendo in conferenza stampa al Senato presentando l’artista palestinese Abdul Rahman Katanani, nato e cresciuto nel campo profughi di Sabra in Libano.
“Questa conferenza è lo spunto per una riflessione sul tema dei diritti umani – ha sottolineato Cociancich – Anche noi a volte ci ritroviamo a essere dei rifugiati, a causa di idee a volte intrappolate nel filo spinato delle paure. I nostri pregiudizi verso l’Altro rischiano di farci rimanere sempre piu” soli”.
Per Cociancich la chiusura dell’occidente al dramma tanto attuale dei migranti è superabile anche attraverso l’arte. Per questo le opere di Katanani sono importanti, ci fanno sentire il grido di dolore che sale dai quei profughi palestinesi, ma anche di speranza, nonostante da troppi anni vivano in quella condizione”.
“Il mio lavoro vuole richiamare l’attenzione non solo sulla causa dei palestinesi, ma su tutti coloro che vivono in uno stato di precarietà – ha sottolineato Ktanani.
Tra le opere dell’artista palestinese un albero realizzato col filo spinato, donata per la ricostruzione di Amatrice.
“Questi nostri giovani sono come gli alberi e dobbiamo fare in modo che possano fiorire e che i loro diritti siano rispettati”, ha osservato l’ambasciatrice palestinese in Italia Dra Mai Alkaila concludendo la conferenza.


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