Carlo Cottarelli, fino a qualche giorno fa lei sembrava disposto a candidarsi alla guida della Regione Lombardia. Ha cambiato idea?

«Avevo semplicemente detto, che, se fosse stata fatta una proposta da un`alleanza ampia e con una condivisone forte di programma, io l`avrei considerata seriamente. Ma così non è stato».

Qual era l`alleanza a cui puntava?

«Quella fra liberal democratici (il Terzo polo) e social democratici (il Pd): ciò di cui ha bisogno la Lombardia e in generale l`Italia, per me. Ma al momento non ci sono le condizioni, dato che il Terzo polo ha annunciato sostegno per la Moratti».

Quindi si ritira?

«Quello di Letizia Moratti è un nome molto difficilmente accettabile, anzi, non accettabile dal Partito democratico e per validi motivi vista la sua storia politica, anche recente».

Esclude di candidarsi da solo?

«Per me era importante che ci fosse questa alleanza fra le due anime della politica italiana, anime che io non vedo bene a combattersi una contro l`altra. Sarebbe stata necessaria anche per battere la destra nazionalista e sovranista alle elezioni».

Lei avrà fatto anche un ragionamento sui numeri, Moratti rischia di portar via voti al centrosinistra e vincere col Pd da solo è difficile, in questo scenario.

«Sinceramente non ho fatto calcoli, ho solo pensato che questo combattimento fra le due anime della parte politica a cui sento di appartenere, non mi sento di farlo».

Ha parlato con Calenda prima di fare questa scelta?

«Certo, ci siamo incontrati nelle scorse settimane. Ma era prima della discesa in campo di Moratti, per cui non abbiamo parlato di lei come candidata del Terzo Polo».

Come giudica la scelta di Calenda?

«È un errore secondo me, perché un ticket fra me e Moratti così non è possibile. Forse avrebbe potuto essere considerato se il Pd, principale partito della coalizione, avesse potuto esprimere il candidato presidente, la guida politica, tenendo Moratti come vice. Ma neanche questa ipotesi è percorribile, ora».

Che cosa pensa politicamente di Letizia Moratti?

«È una ottima persona e una brava manager, ma ha sempre militato nella destra e non solo come tecnico, compreso negli ultimi due anni. Come vice presidente di Fontana, è stata criticata pesantemente sia dal Pd sia dal rappresentante di Azione per le sue decisioni politiche. Quindi non rappresenta quel rinnovamento di cui la Lombardia ha bisogno. In generale, ora sarebbe difficile spiegare all`elettorato di centro sinistra questa candidatura».

Moratti negli ultimi mesi ha preso le distanze da Fontana.

«Sì, vero. Ma è andata ancora di recente a parlare con Salvini, ha cercato fino all`ultimo di avere il sostegno della destra, e quando all`ultimo ha visto che non ci riusciva, ha cambiato interlocutore».

Solo pochi giorni fa, con Letizia Moratti, eravate sullo stesso palco all`Arco della Pace nella manifestazione per l`Ucraina.

«Siamo andati alla stessa manifestazione perché la pensiamo allo stesso modo sull`Ucraina, c`erano anche altri esponenti politici di diversi partiti, non c`era un altro lo scopo in quell`evento».

Cottarelli, forse la sua scelta dipende anche dalla levata di scudi che c`è stata a sinistra sul nome di Moratti?

«Che Moratti per il Pd non sarebbe stata accettabile, già lo sapevo. Io ho sperato in quell`alleanza che le dicevo, ma non ci sono alternative al chiamarsi fuori, se il Terzo polo propone un nome che non può essere accettato».

La discesa in campo di Letizia Moratti è un problema più per Fontana o più per la sinistra?

«Non saprei, so solo che quell`alleanza – che speravo avrebbe dovuto esserci per provare a vincere sia a livello nazionale sia in regione – purtroppo, non si è verificata».

Come andrà il voto in Lombardia?

«Con una campagna fatta bene, credo che il Pd possa vincere, anche senza Terzo polo».

E deluso, amareggiato?

«Sì, come negarlo? Però ho comunque un lavoro di grande responsabilità al Senato. E sono in ogni caso onorato che il mio nome sia stato considerato».


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