“Che cosa penso riguardo alle elezioni Regionali in Veneto?
La storia è che tutti noi vogliamo dare una smossa.
Vogliamo che venga fatta una bella discussione, invece che
le solite alchimie di potere. E che ci sia una scelta dalla base” per
il candidato governatore dei dem. Parola di Andrea Crisanti. Lo
scienziato e senatore Pd spiega: “E’ molto semplice: il partito ha una
forza e una risorsa di metodo che si è dimostrata cruciale, che è
quella delle primarie. Abbiamo scelto un candidato che è stato
all’altezza della sfida perché è stato scelto dalla base, e dobbiamo
usare lo stesso metodo anche in Veneto. Dobbiamo eliminare le alchimie
di potere per scegliere i candidati, questo è l’obiettivo. Se da
questo processo, dalle primarie, emergesse che vogliono me? E’
evidente, non c’è dubbio, accetterei”, dice all’Adnkronos Salute. Ma
se il nome che arriva dalla base fosse un altro, “mi metterei subito a
fare volantinaggio per lui, lo garantisco”.
“E’ ovvio che se come esito di questo percorso mi proponessero” di
correre in Veneto come candidato governatore “direi di sì, non sono
ipocrita. Ma è una questione di metodo, prima di tutto”, chiarisce.
Servono primarie, è l’idea di Crisanti, per vedere qual è il nome che
esce dalla base. “C’è tutta una procedura che deve essere attivata,
chiaramente. Se dovesse uscire il mio nome? In realtà, prima di
pensare al mio nome, quello che chiedo è che si inizi un dibattito,
non a chiacchiere intorno a un tavolino, al bar tra amici, ma che sia
un dibattito che parta dalla base, questa è la cosa più importante,
non è un problema di nome. Perché quello che conta, poi alla fine, non
è quello che voglio io o quello che vuole qualche collega. Quello che
conta è chi votano gli elettori, credetemi, il resto non conta
niente”.
Ma non va perso tempo, è l’altro messaggio del senatore Dem e
professore di microbiologia. “Penso che questo processo, se il sistema
decide di iniziarlo, debba essere fatto presto. Perché il Veneto non
ha grandi città che catalizzano il dibattito e non funziona che vinci
in una città e praticamente hai vinto la Regione. In Veneto non c’è
nessuna città sopra i 300 mila abitanti, è un territorio che ha 6
milioni di abitanti, tutti sparsi in comuni da 50-60 mila. Cosa
significa vincere in Veneto? Significa che devi conquistare ogni
Comune”, ragiona”.
Quindi “non si può perdere tempo, questo processo
va fatto adesso, subito, perché gli elettori hanno bisogno” di avere
un quadro chiaro, un nome, esorta Crisanti. “Per me la cosa più
importante, l’ho detto e lo ripeto, è il metodo. E se gli elettori
scegliessero un altro, lo supporterei da subito in tutti i modi.
Perché la cosa più importante, da non dimenticare, è che, ogni volta
che uno privilegia i personalismi, tradisce quelli che noi vogliamo
teoricamente proteggere e questo non sono disposto a farlo”.
Di cosa ha bisogno il Veneto adesso?
“Il Veneto fondamentalmente ha bisogno di trasparenza.
Perché dopo tutti questi anni di Zaia la
vittima è proprio la trasparenza – dice il senatore Pd – Quanto alla
sanità, va restituita ai cittadini. Perché oggi è gestita in un modo
autocratico e autoreferenziale e nell’ultimo tempo ha dato spazio ai
privati, che sono passati dal 4% al 14% della spesa sanitaria del
Veneto. Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Io avrei
un’idea di come investirli i fondi” destinati alla sanità, quindi gran
parte del bilancio regionale. “E spendendoli bene” in questo settore
cruciale, “sicuramente si fanno stare meglio le persone”.
Crisanti non ha ripensamenti sulla scelta di intraprendere la via
politica. “Spesso mi chiedono chi me lo fa fare. Una spinta etica, se
penso che c’è un’opportunità per fare bene, lo faccio. La vita da
scienziato non mi manca, perché ho una posizione part time
all’Imperial College” di Londra. “Ancora seguo i miei studi. E adesso
sto per finire un libro sul mio percorso scientifico, spero entro
l’anno. Più che un’autobiografia scientifica è un’epopea corale di
tutti coloro che hanno contribuito”.
Focalizzata sul Covid? “No – sorride – sulle zanzare e gli ‘zanzarologhi'”.