Le criticità ci sono state. Hanno riguardato la mancata « zona rossa ad Alzano Lombardo e l`applicazione del piano pandenico». Il professor Andrea Crisanti, microbiologo all`Università dì Padova, in prima linea nell`affrontare uno dei primissimi Focolai di Covid a Vo Erigano, oggi è senatore del Pd e ha firmato la consulenza chiave commissionata dal pm di Bergamo. In sintesi: l`epilogo dell`inchiesta sulla gestione della pandemia dipende anche da lui.
Quali errori sono stati commessi prima al pronto soccorso dell`ospedale di Alzano, che fu subito riaperto dopo i primi casi di Covid, e successivamente sulla mancata zona rossa?
«Non sta a me stabilire se siano stati commessi degli errori. Su mandato della Procura ho ricostruito una serie di fatti e di eventi. Mi sono impegnato per dare una risposta al dolore dei parenti delle vittime.
Da questi fatti e da questi eventi sono emerse delle criticità minori per quanto riguarda il pronto soccorso di Alzano Lombardo, vale a dire rispetto all`ipotesi che la sua mancata chiusura abbia causato un`ampia diffusione del Covid. Sono emerse invece delle criticità molto importanti su due altri problemi: l`applicazione del piano pandemico e la tempestività della creazione della zona tossa ad Alzano Lombardo e Nembro».
Non passa inosservato il fatto che oggi è un senatore Pd.
«Voglio essere chiaro: io non ho fatto una valutazione politica, la mia è una relazione prettamente tecnica».
Cosa non ha funzionato? Chi sono i responsabili?
«No, non è compito mio rispondere a questa domanda. Non posso neanche dire se queste criticità abbiano una rilevanza penale o amministrativa».
Cosa intendiamo per criticita?
«Può essere di qualsiasi tipo: di validità di un documento, di contraddizioni nelle azioni. Sulla tempestività della zona rossa le conclusioni vanno lasciate al processo. Attenzione: il vero problema è verificare se dagli elementi che io ho portato nella perizia emerga un nesso causale tra il comportamento e l`effetto».
A Codogno però la zona rossa venne decisa rapidamente.
«Vero. Però molto dipende dalle informazioni che si avevano a disposizione».
Nel provvedimento della Procura si afferma che si potevano salvare oltre 4mila persone con una zona rossa tempestiva.
«Questo è un calcolo statistico. Più tempestivamente intervieni con una misura, più implementi misure di restrizione, più salvi vite umane il problema è capire se le persone preposte avessero gli elementi per prendere delle decisioni. E se avessero le conoscenze per poterlo fare. Le conclusioni spettano ai giudici. Evito di parlare delle persone. perché ancora non hanno avuto la possibilità di difendersi. Diciamo che la perizia è stata usata come una mappa logica, espone fatti, correlazione con i documenti. Ma le conclusioni spettano ai giudici. lo sono assolutamente parte terza in questa vicenda. Ripeto: vorrei che fosse chiaro che non sono entrato in alcuna considerazione politica».
A Vo Euganeo le cose andarono diversamente.
«Non mi pare il caso di fare un raffronto, sono due storie differenti. La mia perizia e il lavoro della Procura servono a cercare di restituire agli italiani la verità sui processi decisionali che hanno portato a determinate scelte. Per risolvere il problema dell`ospedale di Alzano, ad esempio, abbiamo usato le metodologie che vengono usate per i disastri aerei, per scandagliare in maniera minuziosa ogni relazione causale. E abbiamo usato modelli matematici che ci hanno permesso di trarre delle conclusioni. Una ricerca come la mia non era mai stata fatta»


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