Il microbiologo e senatore Pd, Andrea Crisanti, per tagliare le liste di attesa ha un`altra ricetta rispetto a quella di Schillaci: sospendere la libera professione dei medici negli ospedali quando i tempi nel pubblico sono troppo più lunghi.
Che ne pensa della norma salta-file che consente di andare direttamente nel privato senza pagare quando nel pubblico l`attesa è oltre i limiti?
«Che non si sono inventati niente perché questo diritto esiste già, solo che è largamente inapplicato per via di una procedura farraginosa. Il cittadino deve infatti inoltrare una Pec al direttore generale della Asl riportando l`accertamento richiesto, la data di prenotazione comunicata dal Cup, l`urgenza indicata nella prescrizione. Dopo di che se il Dg da il via libera deve anticipare le spese di tasca propria, chiedendo poi il rimborso».
Il decreto Schillaci sembra però volere semplificare queste procedure…
«Questo non è scritto, quello che si capisce invece è che non ci si limita ad autorizzare il ricorso alla prestazione in regime di libera professione intramuraria, ossia all`interno dell`azienda pubblica che almeno così incamera qualcosa, ma la estende a tutto il privato convenzionato».
Il ministro sostiene che non c`è niente di male perché il privato convenzionato lavora sempre per il pubblico…
«No perché il privato tende ad erogare le prestazioni economicamente più redditizie lasciando al pubblico quelle che lo sono meno, come l`emergenza urgenza. Ed è bene sapere che ogni 100 euro destinati al privato ne producono 15 di guadagno, che sarebbe assai meglio investire per rafforzare la sanità pubblica».
Non c`è anche il rischio di una esplosione di spesa?
«Certamente. Perché se il cittadino va dal privato convenzionato per ottenere la prestazione in tempi adeguati questo alla regione non chiederà mica i 70 euro del tariffario pubblico per una tac ma i 130-140 dei solventi. Così facciamo ancora più lievitare la quota di spesa sanitaria privata sul totale che è la più alta dopo quella degli Usa».
Crede che le liste di attesa siano una conseguenza del doppio lavoro dei medici?
«Dire questo è demagogico. Ci saranno anche casi patologici ma le liste di attesa sono la conseguenza della disorganizzazione e della carenza di personale».
Lei però ha appena presentato una proposta di legge che sembra una stretta sulla libera professione medica…
«Nel ddl prevediamo prima di tutto che in caso di tempi di attesa oltre i limiti si possa ottenere senza troppe lungaggini burocratiche la prestazione in regime libero professionale, ma dentro l`ospedale pubblico e senza anticipazioni di spesa. Poi certo, cerchiamo di sanare l`ingiustizia di chi nel pubblico attende mesi per una prestazione e pochi giorni pagando. Per questo dico che la libera professione intramuraria va sospesa quando i tempi di attesa in regime pubblico sono del 75% più lunghi di quelli in modalità solventi».


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