Era il 24 maggio quando veniva
presentato ufficialmente al Senato il disegno di legge a prima firma
del professore di microbiologia e senatore PD Andrea Crisanti per
modifiche in materia di intramoenia, l’esercizio della libera
professione medica in regime intramurario. Il cuore sono tre articoli,
uno dei quali punta a introdurre un principio: la necessità di
intervenire a riequilibrare la situazione quando si crea un divario
troppo ampio fra le lunghe attese per prestazioni sanitarie erogate in
regime ordinario e quelle inferiori per le prestazioni offerte a
pagamento in regime intramurario. Crisanti, che quel Ddl lo aveva
pronto già prima di febbraio, ne parla di recente anche in
un’intervista alla ‘Stampa’ in cui spiega di avere un’altra ricetta
rispetto a quella esplicitata dal ministro Schillaci: nella sua
proposta l’intramoenia viene sospesa fino al riequilibrio dei tempi di
attesa.
Nell’ultima versione (post Cdm) del Ddl fortemente voluto dal ministro
compare questa stessa misura. Si dispone infatti che l’attività
libero-professionale sia soggetta a verifica da parte della direzione
generale aziendale, “con la conseguente applicazione di misure,
consistenti anche nella sospensione del diritto all’attività stessa”
nel caso in cui questa comporti per il dipendente un volume di
prestazione superiore a quello assicurato per i compiti istituzionali.
“Non è una libera ispirazione – dice Crisanti all’Adnkronos Salute –
piuttosto la vedo come una scopiazzatura, e comunque non è in linea
con gli altri articoli del provvedimento. In un passaggio si vogliono
detassare gli straordinari dei medici, ma è pura propaganda perché
tutte le aziende sanitarie hanno contingentato gli straordinari e non
hanno i soldi per farli fare. Invece di dare soldi ai privati per
smaltire le liste d’attesa, dovrebbero dunque assegnare alle aziende
sanitarie i fondi per gli straordinari dei medici, per prima cosa”.
Quanto all’intramoenia “è un fenomeno marginale perché vale lo 0,6% di
tutta la spesa sanitaria degli italiani, ma è socialmente odiata
perché nella stessa istituzione c’è il medico che fa la prestazione
col servizio sanitario nazionale e quella dell’intramoenia. Noi
abbiamo proposto innanzitutto che venisse semplificata tutta la
procedura per il paziente per accedere all’intramoenia a spese
dell’azienda” qualora l’attesa della prestazione richiesta si vada
oltre il termine fissato, “e poi abbiamo proposto che questa attività
subisse delle limitazioni se i tempi d’attesa” in regime di Ssn “erano
particolarmente elevati. Se mi fa piacere essere stato una sorta di
‘consulente a mia insaputa’ del Dl liste d’attesa su questi temi? Mi
farebbe piacere se non fosse che questa è l’unica cosa buona ma viene
decontestualizzata in un modo che alla fine favorisce i privati.
L’impianto della legge lo reputo sbagliato. E così anche la misura
dell’intramoenia viene fatta in maniera demagogica”.
“Tutto ciò testimonia povertà di idee – osserva
Crisanti – I principi che ho messo nel disegno di legge PD presentato
dal Senato qui sono stati esplicitati male. Vedo un parallelismo anche
nella parte che prevede la semplificazione per il cittadino di
accedere all’intramoenia in caso non si rispettino i tempi previsti
per la prestazione”.
Insomma, “ho fatto una ‘consulenza gratuita’, ma poteva andare meglio
– sorride – Nel testo del Dl ci sono infatti anche contraddizioni,
come per esempio il fatto di volersi appoggiare all’intramoenia da una
parte e dichiarare di volerla limitare dall’altra. L’unico modo per
smaltire le attese in una maniera che faccia gli interessi dei
cittadini è cercare di incentivare realmente i medici che lavorano nel
servizio sanitario nazionale. Anche l’apertura nei weekend altrimenti
è pura propaganda. E alla fine più risorse andranno verso i privati.
Il vizio fondamentale è che non c’è la visione. E i soldi, ancora una
volta, sono messi nel posto sbagliato. La minaccia alla salute degli
italiani non è l’intramoenia, che può essere regolamentata, ma
l’espansione selvaggia del privato nella sanità italiana, che il
governo sta finanziando”.