“Quelle che circolano attualmente
sono varianti Omicron molto infettive la cui trasmissione è facilitata
dal fatto che è passato tanto tempo dalla vaccinazione e che hanno
molte mutazioni, che le rendono in qualche misura ‘invisibili’ agli
anticorpi indotti dalle vaccinazioni precedenti. I casi di Covid
aumentano, ma di fatto siamo ciechi, perché non vengono forniti dati
in modo costante e i dati attuali perlopiù non sono attendibili perché
c’è chi si fa il test da solo, o con vari test”. E’ il quadro
tracciato all’Adnkronos Salute dal professore di microbiologia e
senatore Pd Andrea Crisanti.
L’esperto fa il punto sulla situazione Covid e sulle nuove varianti,
da Eris (EG.5) all’altamente mutata Pirola (BA.2.86). La prima mostra
un andamento in crescita e avanza anche in Italia. Mentre per Pirola,
precisa Crisanti, “è troppo presto per dire che impatto potrebbe
avere. Va precisato che finora siamo di fronte a varianti che sono
molto simili a Omicron”. Elemento che deve far stare tranquilli?
“Diciamo che non siamo di fronte alla variante Delta”, puntualizza il
senatore e scienziato.
La campagna vaccinale in vista delle stagione fredda è ormai alle
porte, i nuovi vaccini aggiornati sono attesi a partire dalla prossima
settimana. “In maniera generica – osserva Crisanti – si può dire che
tutte le persone sopra i 75 anni si dovrebbero vaccinare” e ovviamente
“fra i più giovani chi ha alcune patologie che espongono a un rischio
aumentato”. Quanto ai tamponi, “io un test lo farei in presenza di
sintomi, specialmente se si è a contatto con persone fragili”,
conclude.


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