“Un anno fa ci lasciava Franco Marini. Io l’avevo conosciuto nel settembre del 1989 a Saint Vincent, durante l’appuntamento annuale di Forze Nuove, organizzato da Carlo Donat Cattin: lo presentammo in Abruzzo per una stagione politica segnata dalle idee e dal riformismo realizzatore. Franco Marini aveva due coordinate fondamentali. La dottrina sociale della Chiesa, a dimostrazione che il mercato senza il ruolo  regolatore e distributore dello Stato non è capace di insediare la comunità delle persone, titolari di diritti, doveri e dignità. La democrazia italiana quale cammino continuo, difficile, che va aiutato dallo sforzo di tutti, assumendo la politica come la sorgente delle iniziative per il futuro. A Franco dico grazie per come ha accompagnato l’Abruzzo e coniugato al singolare i poteri dell’Italia e le ambizioni dei territori abruzzesi.  Stringo la mano ai suoi famigliari e ai suoi numerosissimi amici, presenti ovunque il cattolicesimo democratico abbia generato attività”. Lo dice il senatore del Pd Luciano D’Alfonso, presidente della Commissione Finanze, che continua: “Franco aveva grandissimo rispetto per il dettato costituzionale riguardante la funzione nazionale dei partiti politici. Con il suo viaggio verso le terre della pace eterna, Marini ci ricorda che la decisione pubblica ha bisogno di patrimonio riflessivo, di attrezzatura esperienziale, di bagagli conoscitivi per coltivare la congiunzione tra la parte e l’intero, tra ciò che appare oggi e ciò che serve domani”.


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