Gianpiero Dalla Zuanna, sono anni che censiamo un calo delle nascite. Da demografo, cosa vede di nuovo?
«La paura».
Cosa intende?
«Alle cause di scarsa natalità se ne è aggiunta un`altra. Le coppie hanno il timore di fare figli perché hanno paura che diventino indigenti. La povertà dei bambini è un dato drammatico».
Per la prima volta dalla fine della Grande Guerra ci sono stati più morti che nati. È solo per la scarsa natalità?
«No. Dipende anche dall`aumento della mortalità».
Dovuto a cosa?
«Noi studiosi lo chiamiamo “Harvesting” (“Effetto falciatura”). C`è stata un`epidemia di influenza a gennaio, refrattaria ai vaccini, e un`ondata di calore a luglio che hanno causato molte morti tra gli ultraottantenni. E
non è solo questo».
Cos`altro?
«Il saldo migratorio con l`estero. Sono più quelli che vanno che i nuovi iscritti all`anagrafe. E parliamo di
residenti, non rifugiati».
A cosa lo attribuisce?
«L`Italia non è più attrattiva come prima. Molte persone sono andate via. Anche gli stranieri residenti che si
muovono agevolmente in Europa, come polacchi o rumeni, scelgono sempre più di frequente di andare in
Germania o a Londra a cercare lavoro».
Se a questi dati aggiungiamo i richiedenti asilo?
«Il quadro cambia di poco. Nel 2015 sono stati circa 100 mila in più».
Cosa c`è di allarmante in questi numeri?
«Non tanto, o non solo, il calo delle nascite. Quanto l`invecchiamento della popolazione. Questo è un gran pasticcio: fa aumentare la spesa pensionistica e della sanità e calare il risparmio».
Da politico (lei è anche un senatore del Pd), cosa si dovrebbe fare?
«Integrare gli stranieri, che portano qui i bambini. E aiutare le coppie ad averne. Quando si decidono stanziamenti le famiglie arrivano sempre in coda. Ma credo che la timidezza nella lotta alla povertà abbia pesato nel voto. Servono misure chiare e universali. Subito».


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