‘Oscurata la parte del decreto sui farmaci non appropriata’
Una nomina «tragicomica», dice Patrizio Gonnella, presidente della associazione Antigone, a proposito della scelta caduta su Carlo Giovanardi quale relatore del decreto che deve sostituire la Giovanardi-Fini, legge su cui si è abbattuto il maglio della Corte costituzionale. Insomma, un calembour istituzionale ha portato Carlo Giovanardi a cambiare cappello, da relatore di maggioranza dovrà argomentare a favore del nuovo testo che smonta il vecchio, di cui è autore. I suoi ex sodali di partito, Maurizio Gasparri e Giacomo Caliendo, non vedono la contraddizione: «La Giovanardi-Fini è stata bocciata per le procedure, non certo per un giudizio di merito», però il decreto Lorenzin, ieri sera in discussione al Senato (alle 20 si è chiusa la presentazione degli emendamenti) è molto diverso nel merito dalla legge che ha affollato le carceri italiane, dove il 40 per cento è detenuto per violazione della legge sulle droghe, a cominciare dalla distinzione fra droghe pesanti e droghe leggere. E infatti i forzaitalia già invitano Giovanardi a votare con loro per abolire la differenza. Lui, però, sembra sia orientato a un ordine del giorno, che non è vincolante per il governo. «Dracula all`Avis», sospi- ra Patrizio Gonnella aggiungendo ingredienti alla pièce tragicomica. Intanto, il Forum Droghe ha scritto una lettera al presidente del Senato Grasso e i suoi componenti hanno scelto il digiuno come forma di protesta (gli appuntamenti in diverse città d`Italia sul sito del giornale online Fuoriluogo). Protestano anche il Cnca (il coordinamento delle comunità di accoglienza) e Sel, Nichi Vendola mette insieme in un twitter la polemica sul mercato del lavoro e quella su Giovanardi: «Il Pd affida ai diversamente berlusconiani di fare una legge sul mercato del lavoro che condanna un`intera generazione alla precarietà eterna. Dopo di che il Pd affida a Giovanardi il compito di rimediare ai disastri della legge Fini-Giovanardi sulle droghe. #cambiaverso? Non pare proprio». Emilia De Biasi, presidente della commissione Sanità al Senato, non vede lo scandalo: «Il Pd, per la commissione sanità, ha scelto una persona seria e preparata come Amedeo Bianco. Alla giustizia Nitto Palma, a cui spetta la nomina come presidente, ha scelto Giovanardi». D`altra parte – sostiene la senatrice – «Non si può fare il processo alle intenzioni, Giovanardi è stato autore di una pessima legge ma può avere cambiato opinione e, in ogni caso, quello del relatore è un ruolo responsabilizzante». E se il relatore decidesse di votare con l`opposizione di destra? «In quel caso liberi tutti, si vota. Il testo attuale è molto equilibrato e, secondo me, non va toccato».
Il rammarico della presidente della commissione sanità è, piuttosto, che la polemica su questo aspetto ha oscurato il lavoro molto importante, «che tocca la vita quotidiana di tanti cittadini», fatto sull`uso non appropriato dei farmaci. È il caso, scoppiato due mesi fa, Avastin – Lucentis. Due farmaci parimenti efficaci per la cura delle macule senili. Solo che il primo è autorizzato per le cure oncologiche e, per la terapia molto più diffusa delle macule, viene prescritto in modo improprio, cioè non autorizzato per quella specifica patologia. La differenza è nel prezzo: Avastin costa intorno ai 40 euro mentre una iniezione di Lucentis ne costa 900. L`Antitrust ha condannato le case produttrici, Roche e Novartis, a pagare una multa di 180 milioni di euro perché, sostiene l`Antitrust, le due aziende «si sono accordate illecitamente per ostacolare la diffusione dell`uso di un farmaco molto economico, Avastin, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti».
 Ora il testo oggi in commissione al Senato, spiega Emilia De Biasi, «avvia una regolamentazione più stringente per avere garanzie maggiori, a cominciare dalla sperimantazione delle case farmaceutiche».

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