Su temi importanti per la salute e vita persone Sapere è potere
‘Sulle cellule staminali e’ necessario un dibattito pubblico il più ampio possibile perché
nel nostro Paese manca una cultura scientifica diffusa, che permetterebbe alle persone di affrontare la questione in maniera più consapevole e non sull’onda di un’urgenza drammatica di casi e di una certa pressione mediatica ‘. Necessario,’, Lo ha detto la senatrice del Pd Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato, intervenendo all’incontro ‘Cellule staminali: un cammino tra speranza
di cura, scienza e rispetto delle regole’, tenuto oggi a Roma permettere a confronto ricercatori, clinici e istituzioni, con il coordinamento scientifico di Yvan Torrente, cofondatore del Centro interdipartimentale per la ricerca con le cellule staminali (Unistem) dell’Università degli Studi di Milano.
‘E’ un tema drammatico – ha proseguito De Biasi – che ha a che fare con la Costituzione italiana, con l’universalità del diritto alla salute. E questo vuol dire anche mettere a riparo la salute da interventi occasionali, non verificati, non scientificamente provati. Mi auguro che possano esserci protocolli precisi anche con il sistema universitario, per una ricerca sia pubblica che privata. Non a caso il Parlamento ha deciso di sottoporre il metodo a sperimentazione, perché l’appropriatezza della cura e’ importante sia da punto di vista scientifico sia dal punto di vista della salute delle persone. Ben vengano le metodiche nuove, purché siano esplicite, chiare, ci siano protocolli trasparenti e siano quindi accessibili e riconoscibili da parte di tutti’.
Da parte nostra – aggiunge la Presidente della Commissione Sanità – non ci sono preclusioni di principio al metodo Stamina. Ma etiche e deontologiche si: non si può imputare ad una legge dello Stato la responsabilità della morte delle persone. E’ bene che le cose siano ben chiare. Ognuno deve fare la sua parte: lo Stato deve vigilare. E vigileremo. Ora sta a chi propone la sperimentazione di farla fino in fondo, e secondo le regole’, ha concluso la parlamentare PD.
nel nostro Paese manca una cultura scientifica diffusa, che permetterebbe alle persone di affrontare la questione in maniera più consapevole e non sull’onda di un’urgenza drammatica di casi e di una certa pressione mediatica ‘. Necessario,’, Lo ha detto la senatrice del Pd Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato, intervenendo all’incontro ‘Cellule staminali: un cammino tra speranza
di cura, scienza e rispetto delle regole’, tenuto oggi a Roma permettere a confronto ricercatori, clinici e istituzioni, con il coordinamento scientifico di Yvan Torrente, cofondatore del Centro interdipartimentale per la ricerca con le cellule staminali (Unistem) dell’Università degli Studi di Milano.
‘E’ un tema drammatico – ha proseguito De Biasi – che ha a che fare con la Costituzione italiana, con l’universalità del diritto alla salute. E questo vuol dire anche mettere a riparo la salute da interventi occasionali, non verificati, non scientificamente provati. Mi auguro che possano esserci protocolli precisi anche con il sistema universitario, per una ricerca sia pubblica che privata. Non a caso il Parlamento ha deciso di sottoporre il metodo a sperimentazione, perché l’appropriatezza della cura e’ importante sia da punto di vista scientifico sia dal punto di vista della salute delle persone. Ben vengano le metodiche nuove, purché siano esplicite, chiare, ci siano protocolli trasparenti e siano quindi accessibili e riconoscibili da parte di tutti’.
Da parte nostra – aggiunge la Presidente della Commissione Sanità – non ci sono preclusioni di principio al metodo Stamina. Ma etiche e deontologiche si: non si può imputare ad una legge dello Stato la responsabilità della morte delle persone. E’ bene che le cose siano ben chiare. Ognuno deve fare la sua parte: lo Stato deve vigilare. E vigileremo. Ora sta a chi propone la sperimentazione di farla fino in fondo, e secondo le regole’, ha concluso la parlamentare PD.