“Sgombriamo subito il campo da un possibile equivoco: nessuno sottovaluta gli episodi di violenza che si verificano all’interno delle scuole. Che hanno toccato i docenti, il personale scolastico, gli studenti. Sono preoccupanti, allarmanti e vanno contrastati.
Ma il diritto penale non è la soluzione di tutti i mali, quando la politica si rivolge sempre e solo a questo strumento, non solo definisce una società del controllo e della disciplina, ma abdica al suo ruolo di comprensione, prevenzione, trasformazione, governo dei processi. Per questo il Pd si astiene su questo provvedimento.
Serviva rafforzare il tempo scuola, avviare il superamento del precariato, servivano interventi plurali per rafforzare la comunità scolastica tutta.
Ma tutti i nostri emendamenti sono stati bocciati.
Emendamenti che andavano nella direzione di dare più forza e strumenti alla comunità educante.
Un reato commesso all’interno e a danno di una comunità scolastica ha una gravità ed un rilievo maggiore, richiede interventi preventivi più intensi e significativi, orientati a ricostruire la relazione con le famiglie, anche nei contesti più difficili.
Perché quel disagio che gli atti di violenza segnalano, richiede una strategia che chiama in causa la comunità nel suo complesso, perché ciò che avviene nella scuola riguarda la società nel suo complesso.
Prima delle norme penali dovremmo leggere il carico di malessere e di sofferenza che viene registrato da diversi anni, aumentato dall’emergenza sanitaria del Covid, che ha segnato il mondo della scuola e le sue componenti. Istat riconosce come peggiorata la salute mentale della popolazione tra i 14 e 19 anni, un carico di sofferenza che senza risorse e competenze la scuola non riesce ad affrontare in modo adeguato.
Per affrontare questa complessità, serviva prevedere figure che la affrontassero, educatori, pedagogisti, psicologi.
Ma l’unica cosa che il testo fa è l’intervento sul codice penale, perché quella azione si può promuovere senza risorse adeguate, anzi semplicemente senza risorse.
Siamo di fronte al solito spot a beneficio della stampa, che cerca di rassicurare qualche docente, ma non si vede nessuna politica che davvero provi ad evitare che fenomeni di violenza si verifichino. A prevenirli realmente e riconoscere ai docenti la loro professionalità e autorevolezza.
Perché la trappola dell’abuso del diritto penale è proprio questa che questa: trasformando tutti i docenti in vittime paradossalmente ne cancella il ruolo attivo di trasformazione delle relazioni nella scuola, di agenti di cambiamento, di educatori.
Per questo è sbagliato intervenire solo su questo versante.
Ma sembrerebbe l’unico che conoscete.
Lo avete fatto da subito inaugurando la vostra azione di governo contro con i rave. Lo avete fatto con il decreto Caivano, sanzioni a carico dei genitori.
Punire punire punire, ossessione che rischia di criminalizzare un’intera generazione”. Così la senatrice del Pd Cecilia D’Elia intervenuta in aula a Palazzo Madama sul ddl che riguarda la sicurezza del personale scolastico.


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