In tema di immigrazione la destra usa “la strategia del panico e della paura”, il PD deve rispondere con “il coraggio delle nostre idee”, proponendo una “immigrazione regolare, ordinata” perché “Un immigrato che lavora non è un pericolo per la comunità”. Graziano Delrio parla alla conferenza PD dedicata all’immigrazione e illustra alcuni punti di una possibile riforma della legge Bossi-Fini. Innanzitutto, spiega, per “uscire dal ricatto” della paura operato dalla destra bisogna “separare – anche se può sembrare una violenza – il tema dell’immigrazione regolare dal tema dei rifugiati, che non sono un problema a parte o minore ma diverso, che richiede un altro tipo di approccio”. Quindi, è fondamentale “separare il tema della sicurezza e dei diritti dal tema dell’interesse nazionale e della cittadinanza”. L’immigrazione regolare non è un problema di ordine pubblico, spiega, perché “non esiste un tasso di criminalità elevato degli immigrati regolari, un immigrato che lavora non è un pericolo per la comunità”. Dunque bisogna “mettere al centro il problema degli ingressi regolari”, i decreti-flussi servono solo a “sanare” situazioni già esistenti, mentre “abbiamo bisogno di una programmazione come fanno il Canada, l’Australia, in cui semplicemente ragionano delle esigenze del sistema – sociali, produttive, demografiche”. Bisogna “spostare competenze (in materia di immigrazione, ndr) dal ministero dell’Interno a quello del Lavoro”, allungare la durata dei permessi di soggiorno, che devono essere rilasciati dai comuni e non dalle questure. Ha concluso Delrio: “La cosa grave che vediamo è che il problema principale per noi è esternalizzare i confini, come avviene con gli accordi con la Libia, con l’Albania”. Ci si preoccupa solo di “controllare i confini anziché ragionare su cosa sarà nostro futuro, la nostra società. E’ la logica della paura, abbiamo possibilità di ribaltare questa logica, raccontando un quadro più pieno di speranza e meno di incubi e panico”.


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