Graziano Delrio sollecita Forza Italia a «dimostrare coraggio», a cogliere l`occasione di «provare che esiste anche in Italia una destra liberale, attenta ai diritti»: l`ex ministro, oggi senatore del Pd e presidente del comitato parlamentare immigrazione, invita il partito guidato da Tajani a calendarizzare in Parlamento la proposta sullo ius scholae.
«Possiamo stringere un grande patto repubblicano, come ai tempi del voto alle donne».
Senatore Delrio, lei ha promosso lo ius soli con una proposta di legge di iniziativa popolare già nel 2011. Oggi ritiene sufficiente lo ius scholae?
«Ho conosciuto, da sindaco e poi nei diversi ruoli istituzionali, la sofferenza di tanti bambini e ragazzi ai quali l`insegnante, per lodarli per un tema ben scritto, diceva magari “Eppure sei straniero”. Ho visto il loro dolore di non sentirsi riconosciuti come italiani anche quando l`italiano era l`unica lingua che padroneggiavano e l`Italia l`unico Paese in cui avevano vissuto. Io pur di sanare la situazione, pur di lenire quella sofferenza di migliaia e migliaia di ragazzi che sono italiani di fatto ma non di diritto, farei un patto anche col diavolo».
Senza arrivare a tanto, la recente apertura di Forza Italia sul tema della cittadinanza potrebbe essere l`occasione giusta per un`intesa bipartisan?
«È l`occasione giusta per fare un primo passo. Se si rivelerà possibile un dibattito non ideologico, non umorale, non strumentalizzato politicamente. Il diritto di cittadinanza mette in gioco due aspetti: i diritti individuali delle persone, quelle decine di migliaia di ragazzi di cui parlavo prima, e l`interesse nazionale. Riconoscere più diritti significa far sentire la responsabilità dei propri doveri. E il modo per aumentare la sicurezza di un intero Paese».
Il suo partito, il Pd, tenterà di avviare una trattativa con Forza Italia?
«Io credo che la miglior trattativa si debba intavolare in Parlamento, luogo deputato a interpretare al meglio i cambiamenti sociologici, culturali, antropologici del Paese. Forza Italia ha perfettamente ragione a sostenere che non esiste un vincolo di maggioranza su questo genere di temi. Quindi sia conseguente: calendarizzi la legge, ne avvii l`iter di approvazione. Una convergenza trasversale agli schieramenti politici perché l`Italia faccia un passo di civiltà sui diritti, si può trovare alla Camera e al Senato».
Anche se nella maggioranza che regge il governo la Lega è assolutamente contraria e FdI è perlomeno tiepida?
«Guardi, nel 2017 l`iter per l`approvazione dello ius soli si arenò per la contrarietà di Ncd di Angelino Alfano. Eravamo amici, mi confidò che temeva di perdere consenso. Gli risposi che rinunciando a rappresentare l`anima liberale della coalizione di centrodestra, rischiava di perdere il partito. Fui facile profeta».
E un aneddoto che racconta pensando a Forza Italia?
«Vale per tutti. Senza coraggio non si va da nessuna parte. E io a Giorgia Meloni riconosco di averlo saputo manifestare quel coraggio: ha sostenuto, quando era leader di una forza di opposizione, la proposta di legge sull`assegno unico universale di cui ero primo firmatario. Oggi FdI può dimostrare che non ha paura di ragazzi e ragazzini che si sentono e sono italiani. O ci va bene considerarli nostri connazionali solo quando indossano la maglia azzurra nelle competizioni sportive? Anche il diritto di voto alle donne si riuscì ad approvare quando si strinse un grande patto repubblicano. Dubito qualcuno oggi abbia qualcosa in contrario su quell`allargamento di un diritto».
Non teme che anche nel Pd possa manifestarsi una spaccatura tra quanti vogliono lo ius soli, che è nel vostro programma, e chi, come lei, accetta lo ius scholae come compromesso?
«Spingere sulla polarizzazione non è mai utile soprattutto su questi temi. Non ho la pretesa di imporre una linea, sono solo uno tra tanti nel mio partito. Tuttavia spero che, se si manifesterà una possibilità di dialogo con il centrodestra per salvare i diritti dei bambini, il Pd saprà convergere. Ma a dirla tutta, sono sicuro che a ostacolare una legge di questo tipo non saremo certo noi».
Intende dire che non si fida delle intenzioni di Forza Italia?
«Intendo dire che se la proposta non andrà avanti non sarà per le diverse opinioni nel Pd ma per difficoltà interne al centrodestra. Prima tra tutte, la difficoltà di osare. Ma voglio vedere, con grande serenità. Le aperture si dimostrano facilmente: portino lo ius scholae in Aula, vediamo chi lo vota».