“Questo decreto contiene in sé una buona notizia, una solita notizia e una notizia cattivissima. La buona notizia è che si rifà a Enrico Mattei, grande antifascista del nostro Paese, membro del Cln, illustre esponente del cattolicesimo democratico insieme con Dossetti, Fanfani e Padre Gemelli. Mattei aveva la convinzione profondissima che l’Italia avesse un ruolo decisivo nel Mediterraneo, cruciale per sostenere la decolonizzazione, l’indipendenza e l’autonomia anche energetica dei paesi africani. Quel periodo fu importante per la politica estera italiana sia verso l’Africa che verso l’Europa. L’Italia si è sempre data una politica estera, non nasce con questo governo la politica estera verso i paesi africani”. Lo ha detto in Aula il senatore del Pd Graziano Delrio, presidente del Comitato Schengen. “La solita notizia – ha proseguito Delrio – è che attorno a questo decreto la destra ha fatto tantissima propaganda, ha creato tantissime aspettative rispetto a una storica svolta. Ci troviamo invece di fronte a un provvedimento che istituisce una cabina di regia. E’ un po’ come per il Ponte sullo Stretto, per cui almeno Salvini ha messo i soldi, ma non so se abbia fatto bene all’Italia. Si crea l’ennesima struttura di missione, la montagna ha partorito il topolino, se il comitato per la legislazione sottolinea che non vengono delineate procedure né individuati gli stati africani coinvolti. La cattivissima notizia è quella che ha spiegato Alberto Quadro Curzio: Enrico Mattei e il Piano Mattei non sono parenti. Ci vorrebbe bene ben altro che il piano Mattei con la cabina regia. La sfida è talmente alta che è ridicolo pensare di affrontarla con un piano nazionale, ci vorrebbe qualcosa come la BERS per i paesi dell’ex Urss, una banca che sostenga stabilmente gli stati africani. Anche perché vorrei ricordare che esiste già un piano per l’Africa con 150 miliardi stanziati per la strategia comune Ue-Africa. Le politiche nazionali in Africa sono tutte fallite. Che ambizioni ci stiamo dando? Un antico proverbio africano dice che quando Dio creò il Sudan rise non vorrei che qui facessimo piangere”.


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