“L’annuncio del progetto Human Technopole – Italia 2040 può rappresentare un momento di svolta per la ricerca italiana, che potrà essere coinvolta in tutte le sue eccellenze e fare finalmente sistema. In questo modo Expo diventerebbe una rampa di lancio anche per il futuro del nostro Paese”. Lo dice la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi, dopo l’annuncio fatto oggi dal premier Matteo Renzi a Milano, sull’idea di realizzare all’Expo di Milano un grande centro interdisciplinare, a livello mondiale, per la ricerca scientifica in vari ambiti, dalla genomica alla sostenibilità ambientale.
“Un luogo così strategico come l’area dell’Expo – prosegue Di Giorgi – può vedere realizzata un’alleanza potente tra i migliori centri di ricerca privata e il ricchissimo patrimonio di conoscenza e di innovazione presente nei tanti Istituti di ricerca pubblici, a partire dal Cnr per arrivare ai laboratori delle nostre Università. Si formerebbe, anche fisicamente, quella rete che troppo spesso è mancata all’Italia per far emergere meriti e competenze.
Una rete che potrebbe rappresentare per le imprese, piccole, medie e non solo, quello spazio di innovazione, grazie al trasferimento tecnologico, che ciascuno di loro oggi non si può permettere. Al contempo – conclude Di Giorgi – potrebbe rappresentare anche una piccola Itaca per i tanti ricercatori e cervelli italiani che, delusi, hanno deciso di abbandonare la loro patria”.
“Un luogo così strategico come l’area dell’Expo – prosegue Di Giorgi – può vedere realizzata un’alleanza potente tra i migliori centri di ricerca privata e il ricchissimo patrimonio di conoscenza e di innovazione presente nei tanti Istituti di ricerca pubblici, a partire dal Cnr per arrivare ai laboratori delle nostre Università. Si formerebbe, anche fisicamente, quella rete che troppo spesso è mancata all’Italia per far emergere meriti e competenze.
Una rete che potrebbe rappresentare per le imprese, piccole, medie e non solo, quello spazio di innovazione, grazie al trasferimento tecnologico, che ciascuno di loro oggi non si può permettere. Al contempo – conclude Di Giorgi – potrebbe rappresentare anche una piccola Itaca per i tanti ricercatori e cervelli italiani che, delusi, hanno deciso di abbandonare la loro patria”.