«Ho dato subito l`allarme via tweet, era martedì sera tardi ma il popolo social a quell`ora è molto attivo. È passato quasi un giorno intero ma i 5 Stelle ancora non hanno dato risposta».
Che risposta vuole, senatore Esposito?
«L`unica possibile. Che è anche quella necessaria: il Movimento 5 Stelle chiamato così spudoratamente in causa da Roberto Spada, reggente del clan polverizzato dagli arresti dell`antimafia una decina dí giorní fa, deve dire chiaramente che non vuole i voti del clan Spada. Che disconosce l`eventuale candidatura anche in una lista civica di un esponente di quella famiglia. Altrimenti siamo davanti ad una clamorosa ammissione».
Ripartiamo dal tweet, senatore. Cosa ha scritto?
«Lo leggo: “Roberto Spada, intervistato da Quinta Colonna, dichiara che sta pensando di candidarsi con i 5 Stelle. Ora attendo smentita di Virginia Raggi”».
Sono le 19 del giorno dopo. La candidata sindaco l`ha fatto?
«Ospite in un talk show ha detto di non aver intenzione di rispondere a me. Perchè non mi considera. Poi ha anche aggiunto che parlo troppo spesso dei 5 Stelle, che sono un senatore che ha poco da fare. Nulla di nulla però sulla cosa che mi ha fatto saltare dalla sedia: sentire Roberto Spada bello spavaldo in tv con sciarpetta al collo che gigioneggia sulla possibilità di candidarsi. Con una lísta civica, ovviamente, e con l`appoggio del Movimento 5 Stelle. Poi siccome l`aveva detta grossa, Spada ha aggiunto che “non voleva creare problemi a quei poveri ragazzi”. E s`è messo a ridere. Insomma, a me ha dato i brividi sentire uno così che si permette di ironizzare sulla giornalista in studio che vive sotto scorta da tre anni (Federica Angeli, ndr) perchè minacciata da loro e poi si permette di dire che si candida. Con i 5 Stelle. Mi chiedo perchè non siano venuti i brividi anche a loro».
Roberto Spada non è indagato. Fa parte di quella famiglia lì, ma come lui precisa «in ogni grande famiglia c`è chi lavora, chi ruba, chi fa uso di droghe…».
«Mi assumo la responsabilità di quello che dico: Roberto Spada è il reggente del clan la cui testa è stata tagliata una decina di giorni fa dall`antimafia».
Non da oggi lei allunga sospetti sui rapporti dei 5 Stelle con le famiglie mafiose attive a Ostia. Dove nasce questo link?
«E qualcosa che abbiano scoperto a partire da gennaio 2015 quando io come commissario e Sabella come
assessore cominciammo ad occuparci di Ostia. Paolo Ferrara era il consigliere comunale 5 Stelle che si era rifiutato di firmare la mozione di solidarietà alla giornalista Angeli; è stato tra i più attivi nell`attaccare l`affidamento della spiaggia sottratta a gente in odore di malaffare e assegnata a Libera e Uisp; abbiamo poi scoperto che il gestore era uno suo caro amico e testimone di nozze. Ferrara è uno che difende i balneari abusivi che hanno deturpato il litorale di Ostia. I 5 Stelle a Ostia sono Ferrara e più volte i vertici del Movimento hanno solidarizzato che i balneari che sono parte del problema del posto».
Senatore, Ferrara è un militare della Guardia di finanzache si è buttato in politica coni 5 Stelle.
«E che a Ostia è schierato con la parte sbagliata. Mi chiedo perchè il comando generale della Finanza non trasferisca questo signore che nella stessa area svolge il suo incarico di finanziere e anche quello politico. Ora poi Ferrara è candidato in Campidoglio. Ricordo anche l`indagine per calunnia che ha coinvoltole finte associazioni antimafia del posto. Anche su questo c`è molto da interrogarsi».
Il commissariamento produce passi avanti?
«Purtroppo no. L`arroganza di questi soggetti, come dimostra l`intervista tv di martedì sera, è sempre più alta e forte. Mi spiace dirlo perchè so che il prefetto Vulpiani si sta impegnando. Ma quel municipio è da bonificare dalla testa ai piedi e Vulpiani in Commissione antimafia ha denunciato di non aver e uomini e mezzi. Le dico questo: possibile che il dirigente del municipio che si occupa delle concessioni del lido sia uno che vive nel conprensorio di villette che fa capo al boss Schiavone? A Ostia i clan sanno sempre tutto. E in tempo utile».


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