‘Chi si dedica al tiro al poliziotto non può essere fatto passare per un ghandiano’
Senatore. Stefano Esposito, lei vive sotto scorta da due anni per le sue posizioni pro Tav. Soddisfatto della sentenza?
«Le sentenze parlano da sole e le motivazioni le scopriremo il giorno in cui verranno depositate».

Ma gli imputati avrebbero dovuto essere con: dannati per terrorismo?
«La sentenza conferma che si tratta diteppisti che hanno agito utilizzando metodi paraterroristici. Mi sono sempre guardato bene dall`entrare nella diatriba se si tratti dì terrorismo o no. Non è questo che mi preoccupa».

Che cosa la preoccupa?
«Che ci siano intellettuali ed esponenti del movimento che considerano unavittoria una condanna a tre armi e mezzo di carcere per porto d`arma da guerra e danneggiamento aggravato».

Sperava in una condanna più dura?
 «Io non sono uno che gioisce se qualcuno va in carcere. Anzi. Non accetto però che chi si dedica al tiro al poliziotto venga fatto passare per un gandhiano. O che sia normale festeggiare bloccando incappucciati l`autostrada».

Vede il rischio di sottovalutare il pericolo?
«Non per la sentenza in sé ma per le reazioni che sta provocando. Come se ora liberi tutti, erano quattro ragazzi che hanno esagerato un po`. Perché se così fosse c`è da chiedersi come mai i magistrati della Corte hanno avutole scorta fin dal giorno in cui sono stati nominati. E perché quella scorta ce l`ho io. Se non c`è pericolo, toglietemela. Ma è davvero così?».

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