L’incontro con i sindacati a Palazzo Chigi alla vigila della Festa dei lavoratori? Solo un modo «per lavarsi la coscienza, visto che durante il resto dell`anno non non si confrontano», dice Francesco Boccia. Il punto, però, spiega il capogruppo del Pd al Senato, è un altro: «Con i sindacati avrebbero dovuto discutere i numeri del Def, ma non era possibile visto che li hanno nascosti anche al Parlamento – attacca –. Del resto, l`anno scorso tutte le previsioni, dalla crescita del Pil al deficit, sono state smentite dai fatti. Così stavolta, per non sbagliare, non hanno scritto nulla».
Scendere nei dettagli, a poco più di un mese dalle elezioni europee, può essere controproducente?
«È ovvio che non vogliono dire la verità agli italiani e ci fanno entrare al buio in una fase economica molto difficile, con il ritorno dei vincoli comunitari dopo cinque anni di pausa e dopo aver firmato una versione del Patto di stabilità molto più svantaggiosa per l`Italia rispetto a quella proposta da Gentiloni».
Il problema è che in autunno bisognerà guardare in faccia la realtà, no?
«Dovranno costruire la loro terza legge di bilancio. Per la prima avevano la scusa che l`aveva impostata Draghi, sulla seconda hanno impedito ai partiti di maggioranza di presentare emendamenti e poi l`hanno riempita di bonus e una tantum. Tutte misure che ora non sappiamo che fine faranno. Dicono che rinnoveranno il taglio del cuneo fiscale, non sappiamo se rifinanziano la revisione dell`Irpef, idem per l`assegno unico o il bonus sociale sulle bollette, ma la lista è lunga».
E costosa…
«Fatti due calcoli, per confermare le misure una tantum approvate l`anno scorso servono 16 miliardi. Se aggiungiamo gli interventi inderogabili, dalla difesa alla sicurezza, dal fondo sanitario al rinnovo dei contratti pubblici, servirebbe una manovra trai 25 e i 30 miliardi, tenendoci stretti. La verità è che propongono solo bonus elettorali e non hanno un`idea di Paese».
Come ne usciranno?
«Temiamo che vogliano cambiare le regole per la gestione del bilancio dello Stato. L`ultima modifica l`abbiamo fatta noi nel 2016, per adeguare la finanziaria alle prescrizioni europee, ma l`abbiamo fatto con una legge parlamentare condivisa con le opposizioni. Loro, invece, vogliono tenersi le mani libere sulla spesa, dare al ministero dell`Economia il potere di decidere senza passare dal Parlamento. Non lo permetteremo, faremo le barricate».
Il rischio è che, per far quadrare i conti, si arriverà a tagliare i servizi?
«Giorgetti ha già messo le mani avanti, quando è intervenuto in Parlamento sul Def, spiegando che il debito costa e questo sottrae risorse a “cose” più importanti, come sanità o istruzione. Noi gli abbiamo ricordato che si tratta di diritti universali, che non vanno toccati, ma il rischio di andare incontro a tagli violenti è concreto. Oltre a un aumento delle tasse per i soliti noti, visto che nel Def l`unico numero scritto è quello sulla crescita della pressione fiscale».
Sulla sanità sembra ripetersi lo schema del salario minimo: voi fate una proposta, con la legge Schlein, e il centrodestra propone una soluzione alternativa.
«Sì, anche qui provando ad aggirare il problema: per ridurre le liste d`attesa vogliono chiedere ai medici di fare meno prescrizioni, così a chi sta male viene negato l`esame di cui ha bisogno. Per loro si risolve tutto privatizzando i servizi».
A proposito di debito, l`incertezza sui conti pubblici è un problema sui mercati?
«Più nascondono la verità, più dovranno aumentare i tassi per vendere i titoli di Stato. Questo è il primo anno pieno senza il supporto della Bce e da qui a fine 2024 abbiamo da rinnovare circa 230 miliardi di titoli. Prevedo mesi molto difficili, con l`ombra del ritorno al passato sull`accumulo di debito pubblico».


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