“Le relazioni tra gli Stati non possono che essere regolate dal diritto internazionale e dagli impegni giuridici e politici assunti dalle nazioni. L’integrità territoriale degli Stati è sacra. Prioritariamente e finché c’è il tempo, le controversie internazionali vanno risolte con la diplomazia e con tutti gli strumenti della pace. L’Italia è membro della Nato e fondatore dell’Unione Europea. In una vicenda grave come quella dell’Ucraina deve concordare con i suoi alleati tutte le iniziative da assumere. Le sanzioni nei confronti della Russia debbono essere proporzionate alla gravità dei suoi comportamenti ed è così che l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno iniziato a fare. Dobbiamo partire da qui per inquadrare ciò che sta accadendo.

Chiunque abbia ascoltato le dichiarazioni televisive del Presidente Putin, non può non aver capito che la decisione unilaterale, pretestuosa e assunta contro il diritto internazionale, di riconoscere e di fatto annettere, il Donetsk e il Luhansk era già stata presa da tempo.

Mentre da un lato accusava la NATO di volersi espandere ad Est avvicinandosi sempre più ai suoi confini, era la Russia dall’altro che stava progettando lo spostamento verso l’Occidente dei suoi confini. L’Afghanistan, la Siria, la Libia, le flotte militari russe e turche nel Mediterraneo, la presenza russa e cinese nell’Africa subsahariana, la Corea del Nord, Hong Kong e Taiwan, le tensioni nell’Oceano Indo-Pacifico, e infine la Crimea, la Georgia, la Transnistria ed ora l’Ucraina nei cui confronti è stato messo in atto con la forza delle armi un vero e proprio “atto di guerra”. Questo è l’orizzonte sul quale si muove Putin.

L’Italia e l’Europa vogliono la pace ma sanno che solo la verità può aiutare la pace, così come sanno che le aggressioni internazionali vanno chiamate con il loro nome e gli aggressori non possono essere trattati da alleati.

Nella seconda metà del XX secolo il confronto tra Oriente e Occidente ha visto come protagonisti due grandi ideologie che si controllavano a vicenda nel terrore che si rompesse quell’equilibrio nucleare che garantiva la pace.

Il XXI secolo mostra una realtà molto diversa.

Oggi, da una parte ci sono le democrazie con i loro limiti e la loro forza, dall’altra i regimi autoritari con la spregiudicatezza e la rapidità delle loro decisioni.

Questo è il piano inclinato che dobbiamo rovesciare. Per farlo, oggi, ci è data una sola strada.

La strada del rafforzamento dell’Europa e della Nato. La strada dell’unità politica dell’Europa, la strada di una sua vera politica di difesa.

Se di fronte alla necessità di imporre alla Russia sanzioni proporzionate al suo atto di guerra contro l’Ucraina, l’Europa si mostrerà unita non solo formalmente ma sostanzialmente, vorrà dire che siamo sulla buona strada”. Così il senatore del Pd Luigi Zanda, nel suo intervento durante il dibattito sull’informativa del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio sulla crisi ucraina.


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