“Il tema della sicurezza e della tutela dei diritti umani nel lavoro agricolo è diventato urgente e necessita di interventi normativi e amministrativi, a partire dalla riforma del reato del caporalato, l’ampliamento delle competenze dell’Ispettorato nazionale del lavoro, il coordinamento dei controlli sul territorio e l’abolizione del decreto Fornero sui lavori stagionali agricoli. Ma il vero punto debole dello sfruttamento dei lavoratori agricoli, in particolare stranieri, è dato dalla retribuzione indegna e dalle condizioni di lavoro disumane, dovuta anche alla mancata vigilanza sui meccanismi commerciali che interessano la grande distribuzione organizzata che spesso acquista a prezzi non equi scaricando la crisi e i profitti sui più deboli. Una volta per tutte si punti alla responsabilità sociale”. Così Camilla Fabbri, presidente della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro, presentando la mozione con cui si impegna il Governo a realizzare interventi efficaci contro il caporalato.
“Il reato di caporalato è poco applicato perché di difficile accertamento – precisa Bruno Giordano, magistrato e collaboratore della Commissione d’inchiesta. – Occorre modificare l’articolo 603 bis del codice penale ed effettuare controlli interforze a tappeto nelle aree ad alta vocazione agricola, nei cantieri, e nelle piazze delle metropoli in cui ogni giorno – conclude Giordano – si affittano i nuovi braccianti del terzo millennio”.