La Commissione d`inchiesta del Senato sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali ha promosso l`Assemblea Nazionale sull`Amianto per coinvolgere tutti i soggetti che istituzionalmente si occupano del tema. Un tema che si articola in ambiti molteplici (istituzionali, ambientali, sanitari, occupazionali, economici, giudiziari, previdenziali) rispetto ai quali è fondamentale un confronto per coordinare le diverse iniziative che il nostro Paese sta mettendo e dovrà mettere in campo in futuro. È verosimile indicare infatti nel 2020 il raggiungimento del picco massimo di patologie asbestocorrelate, mentre ancora pesa sulle comunità locali la drammatica eredità di un`industrializzazione estranea alla cultura della sostenibilità ambientale, oggi più diffusa. Non mi riferisco soltanto ai cosiddetti Sin, da Bagnoli a Casale per citare due esempi emblematici, ma a tutte quelle `piccole` e meno note realtà che hanno ospitato la lavorazione dell`amianto, dagli anni 60 fino al 1992 quando è stata bandita, e che hanno determinato l`esposizione di lavoratori e cittadini. A questo proposito, voglio ricordare lo smarrimento provato in occasione dell`ultima audizione in Commissione del Procuratore di Avellino in merito all`ex isochimica che, dopo 22 anni, è al centro dell`indagine della magistratura. La domanda, scaturita da quella audizione, è pressante: quante isochimica di Avellino esistono, sconosciute all`opinione pubblica e, non per questo, meno bisognose di verità, giustizia e bonifica? L`amianto dunque, come richiama il titolo scelto per l`Assemblea, rappresenta una sfida ancora aperta sotto diversi punti di vista: Riforme, giustizia, sviluppo, come indica il sottotitolo.
La nostra Assemblea, con i suoi lavori di ascolto e confronto con rappresentanti del Governo, parti sociali, associazioni, ha voluto essere un`occasione per rilanciare la sfida. Oggi esiste una maggiore coscienza del problema, come dimostra lo smarrimento provocato dal verdetto della Cassazione che ha dichiarato la prescrizione in merito al processo Eternit, con conseguente annullamento dei risarcimenti alle vittime, mentre aspettiamo di conoscere il verdetto della Corte Costituzionale per il cosiddetto Eternit Bis. Questa coscienza è quella che ha portato alla recente costituzione quale parte civile della presidenza del Consiglio dei Ministri nello stesso Eternit Bis. Ed è sempre questa coscienza che ha determinato l`estensione del Fondo nazionale per le vittime dell`amianto nella Stabilità 2015 e all`ultimo decreto interministeriale del 4 settembre 2015 che ha fissato la misura e le modalità per l`erogazione della nuova prestazione, anche peri familiari dei lavoratori impegnati nella produzione dí amianto. La legge sugli ecoreati e il collegato ambientale, frutto della recente attività legislativa, offrono conferma di questa ritrovata sensibilità. La strada da percorre è ancora lunga, a fronte degli importanti passi compiuti. Il nostro obiettivo, come Commissione, è quello di realizzare, entro giugno del 2016, un Testo Unico che offra chiarezza e coerenza normativa a garanzia dell`efficacia dell`azione amministrativa (ci sono infatti 400 norme in materia d`amianto, fra statali e regionali, e la riforma costituzionale ha riconsegnato allo Stato la competenza della sicurezza sul lavoro). Resta indispensabile, per ragioni di trasparenza e efficienza, la realizzazione di una mappatura dei siti, superando l`ambiguità di mappature datate o inattendibili. In questo quadro, obiettivo non secondario è vedere approvato il ddl sulle spese legali a carico dello Stato per le vittime di amianto e i loro familiari, che ho presentato trovando un sostegno politico trasversale, e il ddl per la riconversione delle aree industriali dismesse, che potrebbe trasformare la bonifica e il recupero di ex opifici abbandonati in opportunità di lavoro e sviluppo, senza consumo di suolo.

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