“Con il decreto che il Senato sta per convertire in legge, il governo Gentiloni ha deciso di intervenire sulla questione dei voucher, optando per l’abrogazione e non per una semplice modifica anche per evitare che, con la vittoria del sì al referendum, divenisse impossibile normare il lavoro occasionale, cosa della quale c’è assoluto bisogno per impedire il lavoro nero. In questo modo, l’attuale Esecutivo ha assunto su di sé un impegno in modo responsabile, anche se gli errori e gli abusi nell’applicazione dei voucher non sono riconducibili ai governi del Pd”. Lo dice la senatrice del Pd Nicoletta Favero, segretaria della Commissione Lavoro.
“Introdotti nel 2003, ma resi operativi nel 2008 – prosegue Favero – i voucher sono quintuplicati già nel secondo anno di applicazione, con un aumento progressivo che li ha visti arrivare a 134 milioni nel 2016. Nonostante questo boom, è da sottolineare che l’occupazione retribuita attraverso questo strumento rappresenta solo lo 0,3 per cento del mercato del lavoro complessivo. Già la tracciabilità introdotta a settembre 2016 stava dando buoni frutti, ma con l’abrogazione si elimina il problema degli abusi per arrivare a normare in modo diverso il lavoro accessorio. I dati ci dicono, per la frammentarietà delle prestazioni, l’eterogeneità di chi le presta e l’ampia platea delle aziende e delle famiglie che ricorrevano ai buoni lavoro, che la cancellazione dei ticket non produrrà lavoro stabile. E’ anche per questo che i ‘lavoretti’ devono essere inquadrati, per evitare che ricadano nel lavoro nero tutte le prestazioni aggiuntive rispetto al lavoro principale, sia nelle famiglie che nelle aziende”.