‘Il Rapporto dell’Ocse sulle pensioni parla chiaro e pone una questione che dobbiamo affrontare ora per evitare che le giovani generazioni debbano lavorare fino a 75 anni per percepire assegni più poveri del 25% rispetto a quelli attuali. E le più penalizzate saranno le donne, che a causa delle assenze per maternità percepiranno prestazioni pensionistiche da soglia di povertà. Non si tratta solo di rispettare un patto tra generazioni, ma anche di garantire la sostenibilità del sistema previdenziale’. Lo dice la senatrice del Pd Nicoletta Favero, segretaria della Commissione Lavoro.
‘La questione – prosegue Nicoletta Favero – è anche che i giovani lavorano tardi, hanno contratti più precari e stipendi più bassi e la famiglia costituisce già un ammortizzatore sociale, anche grazie al contributo degli attuali pensionati. Proprio per cambiare questa situazione il governo e il Pd hanno voluto il Jobs Act, che consente al contratto a tempo indeterminato di ridiventare centrale anche per i ragazzi. Tuttavia, alla luce dei dati Ocse, è necessario porsi la questione dell’adeguatezza delle future pensioni, sia valutando la sostenibilità dei diritti acquisiti sia considerando il problema delle carriere interrotte. Né, di fatto, le pensioni integrative costituiscono una via d’uscita, perché le attuali retribuzioni non ne consentono spesso l’accesso ai lavoratori’.

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