In Piemonte e nel resto d’Italia
Un intervento del governo, e in particolare del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Padoan, competente per materia, per evitare la chiusura programmata di molti uffici postali periferici in Piemonte, per lo più situati in zone di montagna. Lo chiedono con un’interpellanza urgente i senatori Nicoletta Favero (Pd) e Gianluca Susta, presidente del gruppo di Scelta civica per l’Italia. I due senatori chiedono anche un intervento, più in generale, ‘sul servizio garantito da Poste Italiane su tutto il territorio nazionale, visto che il piano di riorganizzazione della società, secondo quanto comunicato in una lettera del 22 gennaio 2015 dalla Cisl-Slp all’Anci e all’Uncem, prevedrebbe la chiusura di 450 uffici postali, mentre altri 600 vedrebbero un ridimensionamento degli orari di apertura’. Il punto di partenza dell’interpellanza è la situazione a Biella dove ‘il 2 febbraio – scrivono i due senatori nell’interpellanza – è stata comunicata al sindaco la chiusura degli uffici postali di Biella 2, di Favaro, frazione del Comune di Biella a 758 metri sopra il livello del mare e di Oropa, dove è situato il più importante luogo di culto mariano delle Alpi, meta di raduni mondiali. Poste italiane ha anche annunciato la riduzione dell’orario di dell’ufficio postale di Vaglio’. ‘Secondo notizie apparse sulla stampa locale – sottolineano ancora Nicoletta Favero e Gianluca Susta – il piano di riorganizzazione riguarderebbe diversi altri uffici postali che si trovano in zone montane e collinari e in territori disagiati del biellese. Rischierebbero infatti la chiusura gli uffici del Villaggio di Vigliano, la sede di Crocemosso, di Ponte Guelpa di Cossato e Prativero. Verrebbe inoltre ridotto l’orario settimanale di alcuni uffici di Borriana, Cerreto Castello, Curino, Donato, Mezzana Mortigliengo, Rondo, Soprana, Sostegno, Zumaglia, Balma, Piedicavallo Casapinta, Crosa, Torrazzo e Ternengo. La situazione è drammatica, perché specie nei paesi di montagna, l’ufficio postale è un importante punto di riferimento e di erogazione di servizi fondamentali per la comunità, come la scuola, la chiesa e la caserma dei carabinieri. La chiusura degli uffici postali ritenuti periferici di fatto crea una situazione di disagio grave alla popolazione. Per questo chiediamo al ministro dello Sviluppo economico se il piano di riorganizzazione di Poste Italiane sia effettivamente coerente con i criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale pubblica, previsti dal decreto ministeriale del 7 ottobre 2008 e se ritenga opportuno, con atti di propria competenza, garantire ai cittadini italiani il servizio universale delle comunicazioni postali, evitando che vengano disattesi gli obblighi imposti al fornitore del servizio dalla normativa e dal contratto di servizio. Vogliamo sapere – concludono i senatori Favero e Susta – come intenda intervenire per evitare i previsti disagi che si verrebbero a creare in seguito a tali interventi tra la popolazione biellese e piemontese’.

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