‘Il lavoro, fondamento della Repubblica, vacilla in questo momento sotto i colpi di diseguaglianze inaccettabili: la drammatica espulsione di ultraquarantenni, il 43 per cento di disoccupazione giovanile, la precarietà imposta come amaro destino ad intere generazioni. Occorre estendere garanzie agli esclusi, ai precari, ai giovani sfidando poteri forti, tabù e privilegi. Il cuore del Jobs Act è il nuovo contratto a tutele crescenti e non l’articolo 18, cui con strabismo si è guardato discutendo in questo periodo. E’ questa la risposta che dobbiamo dare ad un mercato che ha perso un milione di posti dal 2008 al primo semestre di quest’anno e dove i contratti standard tra gli under 35 si sono ridotti del 33 per cento’. Lo ha detto la senatrice del Pd Nicoletta Favero, nel suo intervento nell’Aula del Senato.
‘Il jobs act – ha continuato Nicoletta Favero – offre uno schema di costi/benefici che punta alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro, perché è solo con contratti più stabili che si accresce il capitale umano. Il Governo ha giustamente fretta di intervenire: con un tasso di disoccupazione che ha raggiunto livelli storici, non possiamo perdere altro tempo. Anche il Papa ha affermato che si devono trovare nuovi modi per coniugare flessibilità del mercato del lavoro e necessaria stabilità e certezza delle prospettive di impiego, indispensabili per lo sviluppo umano dei lavoratori. Questo provvedimento, con i decreti legislativi successivi, è un passo importante in direzione di un cambiamento nel Paese, insieme alle riforme della scuola, della giustizia, della pubblica amministrazione, del fisco, del Senato delle autonomie, della riforma del Titolo V della Costituzione e della legge elettorale’.

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