“E’ una discriminazione a sfondo razziale, un episodio choc non solo per noi, ma soprattutto per il ragazzo che sarà segnato per il resto della sua vita. É una cosa di una drammaticità enorme, mi ha molto colpito che fossero due ragazzine ad utilizzare parole e metodi tipicamente nazifascista. La prima domanda che dobbiamo porci come comunità è come è stato possibile”. Così, Valeria Fedeli, ex ministro dell’Istruzione e attualmente Capogruppo PD della commissione diritti umani e della commissione ‘Segre’ su intolleranza e antisemitismo, interviene sulla vicenda del dodicenne insultato e picchiato da due ragazze di quindici anni, nella provincia di Livorno. “Nel 2022 sentire utilizzare quegli insulti come avvenne da parte dei nazisti con gli ebrei è un tema che non può essere considerato una ragazzata, né negato nella profondità in cui è nata questa violenza- prosegue Fedeli- É frutto del contesto non solo di quel territorio e di quella scuola ma del Paese. Tendiamo a sottovalutare la cultura che fa da sfondo e non sappiamo, invece, utilizzare gli strumenti della nostra cultura democratica e della nostra Costituzione. La domanda che mi sono posta in occasione dei nostri 70 anni della Carta costituzionale è stata quale conoscenza potevamo offrire ai giovani delle fondamenta della nostra Repubblica; per questo trovai un’intesa con il GOVERNO, nello specifico con i ministri Padoan e Gentiloni, e mandammo ad ogni alunno di ogni ordine e grado della scuola italiana, la nostra Costituzione e una lettera di accompagnamento per spiegare come in ogni classe si potesse studiare la nostra Carta e approfondirla. Le nostre scuole lo fanno da sempre, a volte non tutte. Bisogna capire cosa è avvenuto nella scuola frequentata dalle ragazze che si presume siano autrici dell’episodio di violenza” La Senatrice FEDELI ha da poco concluso le audizioni dell’indagine conoscitiva sull’odio e l’intolleranza, in Parlamento, nell’ambito della commissione straordinaria voluta da Liliana Segre, proprio sull’intolleranza, il razzismo, l’antisemitismo e l’istigazione all’odio e alla violenza: “manca ancora una sintesi, i lavori sono appena terminati, ma da subito emerge che dobbiamo puntare su una maggiore capacità di dare strumenti di valorizzazione e conoscenza delle diversità, è necessaria un’attività nuova sia culturale che legislativa sull’hate speech, sulle differenze e anche sull’interazione online. Per il web soprattutto- rimarca FEDELI- serve anche introdurre un nuovo alfabeto digitale, facendone conoscere i meccanismi anche per individuare la disinformazione, e questo va fatto in un’ottica di cultura della digitalizzazione. La certificazione delle fonti e come si regolano le piattaforme, devono essere le priorità: se ne discute in Europa e ci sono delle direttive comunitarie, sulla scia di un dibattito nuovo si possono innestare nuove regole che garantiscano la libertà di pensiero. La certificazione delle fonti è fondamentale per identificare la falsificazione, che ormai non è più episodica ma di sistema”. FEDELI interviene anche nell’ambito del ddl Zan, inabissatosi al Senato e con poca, se non nulla, speranza di essere recuperato nel corso della legislatura: “spero che il ddl Zan torni in vita, è necessario ripresentarlo e determinare le condizioni per approvarlo. Noi dobbiamo avere una legge contro l’omotransfobia, comprendo quindi l’iniziativa promossa da alcuni parlamentari sul matrimonio egualitario, che in Francia già c’è”.  Tornando però agli episodi di violenza, la Capogruppo sottolinea che “nell’audizione in commissione ‘Segre’ della professoressa Paola Severino, mi ha fatto riflettere la questione delle aggravanti della legge Mancino, un aspetto su cui occorre lavorare pensando ai fatti e non alle opinioni. Due anni fa, prima ancora che si costituisse la commissione ‘Segre’, a mia prima firma, depositai in Senato un disegno di legge che sottolineava come non fosse sufficiente il codice di comportamento delle piattaforme, ma bisognava intervenire su ciò che succede nelle piattaforme digitali. Devono essere regolate così come succede nell’offline. Il tema è già regolato in Germania, in Francia, ma non in Italia”, osserva FEDELI. Ma quel disegno di legge a sua firma, che fine ha fatto? “É lì- ammette sconsolata la Senatrice- ma è necessario che la politica se ne faccia carico. Pensiamo ai tanti e diversi episodi che avvengono nella nostra comunità e che sono razzisti sia nei comportamenti che per i linguaggi utilizzati. Senza dimenticare l’altra grande partita della discriminazione delle donne. Mai pensare di essere arrivati e mai abbassare la guardia sui fenomeni di odio e di razzismo. Sono ancora sconvolta, mi vengono i brividi a pensare ad un ragazzino che ora si sente negativamente diverso. Non giriamo quindi la testa dall’altra parte. Domani è il giorno della memoria, che è fondamentale approfondire, perchè non bisogna mai allontanarsi dalla memoria, la memoria si deve anche saper intrecciare con ciò che avviene oggi nella società, nel presente. Non sono solo i gesti in sè, ma che cosa dicono quei gesti, non è una libertà di opinione ma comportamenti che possono dare adito a fatti oltre che atteggiamenti anticostituzionali. Questo è un problema anche degli adulti”, conclude.


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