Sono tante le cose che il PD deve rivendicare con forza: questo Parlamento e questo Governo hanno costruito un cambiamento di portata storica con il loro lavoro e certamente non era un esito scontato dopo l`inizio burrascoso della legislatura.
Un Parlamento ed un Governo giovani, con una percentuale sorprendentemente alta di donne, ha mostrato come questo possa essere il valore aggiunto per la qualità delle riforme e delle leggi. La maggiore rappresentanza delle donne nelle istituzioni sta permettendo, ad esempio, all`Italia di camminare sulla via del superamento delle discriminazioni verso le donne, verso la parità e l`uguaglianza, una straordinaria risorsa per il nostro Paese. Per tutto il Paese: per le donne e gli uomini.
Sulla strada verso una rappresentanza paritaria si è avuta un`evidente accelerazione negli ultimi anni e sono arrivati cambiamenti importanti che fanno ben sperare nel futuro. Nel 20121a legge 215 ha introdotto la doppia
preferenza di genere e la quota di lista per le elezioni nei comuni sopra i 5.000 abitanti; nel 2014 si è modificata la legge per le elezioni europee, introducendo la tripla preferenza di genere che sarà attiva dal 2019; nel 2015 la modifica della legge elettorale, con l`avvento dell`Italicum, ha introdotto l`alternanza di genere nelle liste, l`obbligo che i capilista non siano, per più del 60%, di uno stesso sesso e la doppia preferenza di genere.
Ancora, fondamentale, è il tassello della riforma costituzionale, che, trai tanti ottimi motivi per cui merita di essere sostenuta con forza da tutto il Partito Democratico con un sì chiaro al referendum, ha in sé un richiamo, all`art 55, alla necessità di leggi elettorali che promuovano l`equilibrio tra uomini e donne nella rappresentanza, inserendo finalmente questo principio nella nostra Carta fondamentale.
Infine la legge 20/2016 per la pari rappresentanza al livello dei Consigli Regionali sarà la base su cui cambiare quelle le leggi elettorali, nel tentativo di ovviare ad uno squilibrio urgente che, a questo livello, vede ben 18 Regioni il 25% di rappresentanza femminile.
I progressi nella rappresentanza politica sono fondamentali per costruire politiche concrete che promuovano poi la parità in termini di partecipazione al mercato del lavoro, salute, educazione, welfare, ed in ogni settore della vita economica e sociale.
Dalla ratifica della convenzione di Istanbul allalegge contro le dimissioni in bianco, alle norme per la conciliazione e la condivisione, a quelle in favore delle donne vittime di violenza, è chiaro che la qualità e la quantità delle leggi approvate risentano della presenza femminile nelle istituzioni.
La pari rappresentanza è infatti un presupposto per queste politiche, ecco perché dobbiamo continuare a batterci: la presenza delle donne nelle istituzioni porta in quelle aule competenze, esperienza, culture e interessi di cui altrimenti resteremmo privi.
Ha ragione la ministra Maria Elena Boschi, che ieri in Senato alla conferenza stampa sulla parità nelle leggi elettorali, organizzata dalla senatrice Silvana Amati con la presenza della senatrice Giuseppina Maturani, ha
detto che serve continuare ad aumentare la loro presenza nelle istituzioni se vogliamo abbattere le insopportabili disuguaglianze che ancora oggi affliggono il nostro Paese.
Questo è un obiettivo fondamentale e irrinunciabile su cui tutte e tutti, a prescindere dallo schieramento politico, dovremmo impegnarci, a partire oggi da quei consigli regionali che dovranno modificare le leggi elettorali e in cui, nessuna donna, deve sentirsi sola in questa battaglia di civiltà.


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