Con il voto della Risoluzione alla Camera e al Senato sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Italia si prepara a investire nella transizione ecologica, digitale e nell’inclusione sociale per una nuova ripartenza e una crescita più verde, più innovativa e paritaria dopo la crisi economica e sociale innescata da Covid-19.

Una “sfida straordinaria ed epocale”, per dirla con il presidente Mario Draghi, per cambiare tutto il sistema Paese.

La pandemia, con i suoi quasi 120mila morti registrati (ma quanti di più sono quelli sfuggiti alle statistiche!), con il crollo del Pil di 8,9 punti percentuali, con la perdita di quasi un milione di posti di lavoro di cui hanno sofferto e stanno soffrendo soprattutto le donne e i più giovani, ci ha imposto di riconsiderare dalle fondamenta il nostro sistema di cura, di assistenza, di lavoro, di istruzione, di relazione sociale ma anche di produzione e consumo.

Concetti come “prossimità”, “sostenibilità”, “innovazione”, “inclusione”, “equità”, “parità” sono diventati gli assi fondamentali su cui costruire il futuro di questa e della prossima generazione a partire dal superamento di tutti i gap strutturali causa delle profonde e inaccettabili disuguaglianze che bloccano la crescita economica e sociale del Paese.

Per realizzare questa mission, tanto ambiziosa quanto necessaria, l’Unione europea ha messo a disposizione dell’Italia 191,5 miliardi di euro cui si devono aggiungere ulteriori 30,6 miliardi stanziati dal governo più altre risorse che porteranno a disporre in tutto di circa 248 miliardi.

Soldi pubblici da investire e spendere bene secondo criteri di trasparenza, efficacia, efficienza che, come Partito Democratico, siamo fortemente impegnati a sostenere.

Strategica e molto innovativa la norma prevista sulla condizionalità trasversale a tutte le 6 missioni del Pnrr, fondamento della valutazione ex ante dell’impatto di genere di tutte le azioni e politiche pubbliche per assumere concretamente come obiettivo strategico l’aumento dell’occupazione femminile e giovanile.

A questo fine è necessario un esplicito patto istituzionale e sociale da realizzare a Palazzo Chigi che dovrà necessariamente coinvolgere tutti i soggetti pubblici e privati.

Un tavolo per la ricostruzione del Paese che dovrà essere aperto anche alle associazioni di donne che in questi mesi, a cominciare da “Donne per la salvezza”, “Half of it, “Dalla stessa parte”, hanno portato un contributo di idee, proposte, iniziative assolutamente qualificato e qualificante.

Siamo al punto di svolta per il quale abbiamo lavorato in questi lunghi e complicati mesi di pandemia di fronte all’aggravarsi di gap che hanno colpito soprattutto le donne e indebolito, conseguentemente, tutto il sistema Paese. È infatti molto significativo, determinante, condizionare l’erogazione di fondi ai progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN all’assunzione di donne e di giovani tenendo presente, come scritto nel testo, “oggetto dei contratti, tipologia e natura del singolo progetto in relazione ai profili occupazionali richiesti, i principi di proporzionalità, ragionevolezza, non discriminazione e trasparenza, gli indicatori degli obiettivi attesi in termini di occupazione femminile, e giovanile, al 2026” anche in relazione agli indicatori medi europei.

Ricordo che già dal maggio 2020, individuando in questo la leva fondamentale per innescare il cambiamento e lo sviluppo positivo, impegnammo il governo a investire strutturalmente sull’aumento dell’occupazione femminile come condizione necessaria e strategica per la crescita di tutto il Paese e perché venisse introdotta la valutazione dell’impatto di genere ex ante, in itinere ed ex post per misurare la concreta ricaduta di tutte le politiche pubbliche sulla vita reale di donne e uomini.

Quell’impostazione, ripresa successivamente nei pareri della commissione Lavoro, e sostenuta anche dalla società civile, dalle donne, dalle associazioni, dai movimenti comprese le circa 50 sigle che hanno sottoscritto il manifesto “Donne per la Salvezza”, oggi è norma scritta nel Pnrr come criterio trasversale a tutte le 6 missioni del Piano.

Come non ci siamo mai stancati di ripetere, solo mettendo al centro l’aumento dell’occupazione come investimento necessario per realizzare la piena e buona occupazione è possibile aumentare Pil e benessere per tutti. Bene quindi questa scelta, bene l’inserimento esplicito della valutazione delle Riforme e delle Missioni sulla base dell’impatto che avranno per il recupero del potenziale delle donne e il superamento delle discriminazioni.

Si tratta di una vittoria politica e culturale, innanzitutto, che mostrerà i suoi effetti positivi sull’economia della nazione, la competitività, la capacità di innovazione sostenibile se in fase attuativa le scelte saranno coerenti alla norma indicata nel Pnrr. Perché questo potenziale raggiunga la sua piena espressione, sarà infatti necessario vigilare e garantire l’esecuzione di questi progetti e degli investimenti che li riguardano.

Come altrettanto fondamentale sarà intrecciarli a quelli sulla filiera della conoscenza dagli asili nido alla formazione professionale e permanente, sulle infrastrutture sociali, sui lavori di cura che vanno riconosciuti socialmente ed economicamente.

Su questo credo le osservazioni critiche della rete “Donne per la salvezza”, come di altre studiose e ricercatrici, debbano essere accolte come stimolo a migliorare e implementare ulteriormente gli ulteriori finanziamenti a disposizione attraverso le ulteriori manovre di bilancio. Per aumentare l’occupazione femminile, per creare lavoro di qualità bisogna investire strutturalmente più risorse sulle infrastrutture sociali e sugli strumenti di condivisione.

Continuare a parlare solo di conciliazione significa continuare a considerare i carichi di cura e familiari come esclusiva responsabilità delle donne. Vanno inoltre aumentati i fondi per gli asili nido perché è investendo su educazione, istruzione e formazione fin da zero anni che diventa concretamente possibile il superamento delle disuguaglianze di partenza, economiche, sociali e territoriali. Ecco perché torno a proporre l’istituzione, nel più breve tempo possibile, di una commissione speciale bicamerale che nel corso di questa e della prossima legislatura accompagni l’attuazione delle scelte strategiche del Pnrr.

Così sarà possibile realizzare gli obiettivi inscritti nel Next Generation Eu, aumentare l’occupazione di qualità, garantire una crescita equa e sostenibile ma anche, come prescrive la Costituzione all’articolo 3, superare gli ostacoli che si frappongono all’uguaglianza sostanziale delle persone garantendo, davvero a tutte e tutti, pari opportunità.


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