“A nome del Partito Democratico, unico partito ad avere questa posizione in vigilanza, ho sostenuto l’opportunità di audire Fedez come da sua richiesta. Preso atto dalla risposta del presidente Barachini che, per via della vertenza civile in corso tra il rapper e la Rai, per le regole e la prassi consolidata non c’erano le condizioni per una risposta affermativa, si è deciso di chiedere a Fedez di inviare in una memoria scritta la propria posizione” così la senatrice Valeria Fedeli capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai ha ricostruito in diretta su Radio Radio quanto avvenuto tra Fedez e la stessa commissione bicamerale. “A questa risoluzione della vigilanza Fedez ha risposto con una mail – questo è il punto, non ragioniamo di tweet – quindi una risposta ufficiale, con l’emoticon di tre pagliacci. Da questo punto di vista, anche da parte mia, che comunque vado avanti a distinguere i contenuti (che ho difeso e che continuo a difendere) su ciò che Fedez ha fatto il primo maggio e il resto, c’è un forte disappunto. Le istituzioni vanno rispettate: si può dissentire ma c’è un modo civile per dire “non sono d’accordo”. Rispondere ad una commissione bicamerale parlamentare, quindi al Parlamento, con quel tipo di mail, lo considero sbagliato, inadeguato e non corrispondente anche al modo e alle ragioni per le quali lui – giustamente – aveva anche chiesto l’audizione. Lo dico per trasparenza.
Si è messo in una posizione che non corrisponde alla grande forza, al grande coraggio e alla grande capacità che ha di comunicare positivamente. Quel linguaggio distruttivo e non civile io non credo che lo aiuti.
Rimango convinta che Fedez abbia tutte le possibilità di usare il linguaggio verbale ma anche scritto per dire alla Commissione Vigilanza esattamente dal suo punto di vista com’è andata sul primo maggio. Devo anche dire che mi auguro che ciò avvenga, una volta archiviata la mail di risposta con le tre faccine: continuo ad augurarmi che ci sia una sua risposta di merito che possa mettere in trasparenza quello che lui ha da dire alla Commissione Vigilanza, perché comunque resta agli atti“.