“Nel dramma della crisi afgana chi rischia
oggi e domani di dover scontare le conseguenze più atroci e
pesanti della violenza oscurantista talebana sono soprattutto
donne, ragazze e bambini. Per questo oggi 9 settembre, Giornata
internazionale per la Tutela dell’Educazione dagli attacchi,
tornano a risuonare le parole di Malala, premio Nobel per la
Pace, sopravvissuta a un colpo di pistola in testa sparato dai
talebani pakistani a bordo dello scuola bus che la riportava a
casa da scuola”. Così la senatrice Pd Valeria Fedeli capogruppo
in commissione diritti umani.
“Malala fu colpita in quanto ‘simbolo degli infedeli e
dell’oscenità’. La sua colpa: voler studiare. Un diritto umano
fondamentale, per cui Malala ha continuato sempre a battersi e
che oggi è fortemente compromesso per le donne e bambini
abbandonati in Afghanistan al loro destino. ‘Io non parlo per me
stessa – ha detto Malala nel suo storico discorso all’Onu – ma
per dare voce a coloro che meritano di essere ascoltati. Coloro
che hanno lottato per i loro diritti. Per il loro diritto a
vivere in pace. Per il loro diritto a essere trattati con
dignità. Per il loro diritto alle pari opportunità. Per il loro
diritto all’istruzione’. Per garantire questo diritto alle
giovani generazioni afgane la comunità internazionale non deve e
non può lasciare sole le bambine, le giovani donne rimaste nel
Paese. Non c’è futuro, riscatto, emancipazione e libertà senza
istruzione. Per nessuno. “Un bambino, un insegnante, un libro e
una penna – sono ancora le potenti parole di Malala – possono
cambiare il mondo. L’istruzione è l’unica soluzione. L’istruzione
è la prima cosa”.