«Amava la musica con cui aveva un rapporto speciale. Viveva quell`ora con un piacere quasi estetico». Elena Ferrara era professoressa di Musica alle medie di Carolina Picchio. Se ripensa a lei, la ricorda così: «Era bella e con una grande personalità, non passava inosservata. Due caratteristiche che purtroppo attirano aggressività, invidie e atteggiamenti persecutori nell`ambito della Rete e del bullismo». Oggi, senatrice del Pd, facendo parte della Commissione straordinaria dei diritti umani e istruzione e cultura, si batte perché legislativamente le cose cambino in materia di cyberbullismo. «Avevo bisogno di capire, con il padre di Carolina, come uscire da questo dolore. Ognuno si è mosso con gli strumenti che aveva, in un percorso ideale che porta il suo nome». Cosi la Ferrara si è fatta firmataria di un disegno di legge le cui linee guida verranno riprese dal ministero dell`Istruzione (Miur) per il prossimo anno scolastico. «Carolina è stata la prima vittima di cyberbullismo in Italia, purtroppo all`epoca non sapevamo e non avevamo la percezione del fenomeno. Ma sono tanti gli ‘help’ che ci arrivano dai ragazzi, soprattutto tra i 9 e i 16 anni. Lì dobbiamo concentrare le nostre forze». Da qui nasce il ddl, «la proposta di una regia unica in cui il Miur tira le fila rispetto ai ministeri di Giustizia, Salute, Affari sociali e Interni. I Garanti dell`infanzia e dell`adolescenza, i Garanti della privacy e i provider di gestori. Per fare insieme un percorso che non lasci soli ragazzi, genitori e scuola. Per creare una grande lobby di solidarietà davanti a un problema emergente in Italia e a livello internazionale».

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