Ancora uno strascico dell’inchiesta sul Mose e sul Consorzio Venezia Nuova. Le dichiarazioni dell’ex responsabile organizzativo del PD Veneto, Giampietro Marchese, coinvolto ora nell’inchiesta Mose, irrompono sul Partito Democratico Veneto. Marchese avrebbe ammesso di aver ricevuto fondi in nero dal Consorzio Venezia Nuova, per la cifra di 150 mila euro, utilizzati per pagare le campagne elettorali. Risponde la Senatrice Rosanna Filippin, all’epoca dei fatti coordinatrice regionale del PD Veneto (2010/2014): ‘Sono assolutamente sicura che tutte le cose sono state gestite nella legalità e nella trasparenza. Sono addolorata per quanto sta accadendo ma respingo al mittente accuse o insinuazioni che finanziamenti illeciti siano arrivati al PD Veneto’.
La senatrice dem non ci sta e vuole fare chiarezza una volta per tutte su come sono andate le cose nel 2010, quando si candidò Giuseppe Bortolussi a governatore del Veneto.
‘Come dice motto popolare, carta canta – afferma Filippin – il bilancio del PD Veneto parla chiaro: quando sono diventata coordinatrice regionale, nelle casse del partito c’erano poco più di 150 mila euro avanzati dai rimborsi elettorali della Lista Carraro, ai quali si sono aggiunti 757 mila euro anticipati dal PD nazionale e che dovevano essere restituiti nei quattro anni successivi attraverso i rimborsi elettorali per le regionali (regolarmente arrivati in seguito). La campagna elettorale di Bortolussi alla fine è costata esattamente 1.112.845 euro, troppi, una vera montagna di soldi, anche se evidentemente Zaia spese molto di più, visto che avevamo come la percezione di essere invisibili rispetto all’esponente del Carroccio ed alla copertura mediatica con cui si presentò. Come pagare il resto della campagna e garantire il funzionamento del partito regionale?’.
‘Chiedemmo un prestito alle banche – spiega Filippin – e come garanzia io ed Angelo Guzzo (allora tesoriere) sottoscrivemmo una fideiussione per poter ottenere il finanziamento coinvolgendo il nostro patrimonio personale. I soldi sarebbero arrivati dai rimborsi elettorali che il PD avrebbe percepito negli anni seguenti…’.
E allora dove sono finiti, se mai ci sono stati, i 150 mila euro di cui parla Marchese?
‘Quello che posso dire – conclude Filippin – è che le segreterie provinciali, e quindi anche quella di Venezia, sono state pienamente autonome nel ricevere e gestire i contributi per la campagna elettorale delle regionali 2010. Altrettanto facevano i singoli candidati al consiglio regionale. Per quanto riguarda la mia posizione e quella del PD Veneto sono più che tranquilla per quanto riguarda la mia gestione e sono disponibile a mostrare a chiunque i documenti che attestano la nostra estraneità ai fatti’.

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