“Il Governo divide il mondo in amici e nemici, buoni e cattivi, si lamenta delle opposizioni e denuncia complotti e cospirazioni che intralcerebbero il suo agire. La realtà ci dice che si tratta di un semplice inganno perché ,mentre si indicano “nemici” immaginari, intanto, a partire dai parlamentari di maggioranza si fa di tutto per cedere il potere legislativo a quello esecutivo e quello che rimane alle Regioni in modo differenziato. La magistratura? Anche lei e soprattutto lei finisce nella casella dei cattivi: il Governo semplicemente vuole una Giustizia che obbedisca, non che funzioni, un parlamento che applauda e non che legiferi. Questo è il senso di questo provvedimento che di fatto smonta il potere giudiziario mettendone un pezzo sotto il controllo dell’esecutivo. Alla fine visto che ci si trova fa tutto lui e amen, risparmiando tempo e fatica. D’altra parte noi potremmo sempre occuparci di istituire la giornata nazionale dell’aria fritta o di tutta la complessa normativa sulle moto terapie. Osserviamo con amara ironia e grande preoccupazione come opera il Governo nel suo continuo attacco alle fondamenta stesse della nostra Costituzione. Noi abbiamo il vezzo antico della verità. Di voler ragionare. Di voler costruire, non distruggere. Di voler servire, non dominare. Di volere un Parlamento che legiferi, non che applauda, una giustizia che funzioni, non che obbedisca. Il Governo invece vuole altro. E per chiarire a chi parla di una mutazione della sinistra, un diverso atteggiamento nei confronti della Giustizia, credo che a destra dovrebbero invece interrogarsi loro su come sono cambiati nel tempo. Perché per noi la Giustizia era ed è rimasta quella espressa ad esempio dall’antimafia di Don Ciotti, di Libera o dall’intuizione di Falcone di seguire il danaro per combattere le mafie. Invece a destra abbiamo visto un Governo che ha innalzato la soglia del contante, rendendo più facile l’evasione e il riciclaggio”. Così il senatore del Pd Michele Fina nel corso del suo intervento sul provvedimento sulla separazione delle carriere nell’aula di palazzo Madama.


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