“Non possiamo sottovalutare il tema della
difesa e della sicurezza dell’Unione Europea, per quello che sta
accadendo ai nostri confini, in Ucraina, in Medio Oriente. Il
punto è che il rafforzamento della sicurezza europea deve avvenire
a livello europeo”. Lo ha detto Antonio Misiani, responsabile
Economia della Segreteria nazionale del Partito Democratico,
intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano
dell’agenzia Italpress.
“Se noi pensiamo che un piano di riarmo su base nazionale, andando
in ordine sparso, spendendo ognuno di più senza collaborare e
cooperare sia quella la strada, è una strada sbagliata, che ci
porterà a buttare i soldi dalla finestra e a non rafforzare più di
tanto la capacità dell’Europa di garantire la propria sicurezza –
ha proseguito -. Forse tanti non lo sanno, ma noi oggi abbiamo in
Europa due programmi per i caccia da sesta generazione. Uno che
coinvolge l’Italia, il Regno Unito e il Giappone e un altro
Francia, Germania e Spagna. Ma può essere possibile? Gli Stati
Uniti ne hanno uno, la Russia ne ha uno, la Cina ne ha uno. Noi
abbiamo 10 modelli di carri armati, c’è una dispersione, ogni
Paese si fa il suo sistema d’arma e il suo progetto di
investimento. Questo è un primo punto su cui collaborare, si
risparmiano un sacco di soldi e magari non siamo costretti ad
aumentare enormemente la spesa militare, che è una scelta
sbagliata”.
Quanto alla Nato, “non è che gli alleati accettano supinamente
quello che Trump ordina di fare – ha sottolineato il parlamentare
del Pd -. Gli Stati Uniti spendono il 3,5%. Non il 5 per la
difesa, l’Europa spende il 2. Deve assumersi un impegno maggiore
perché c’è il rischio che gli Stati Uniti si disimpegnino?
Discutiamone, facciamo progetti comuni. Ma per l’Italia il salto
dall’1,5%, perché questa è la spesa oggi, al 5%, è una enormità
che toglierà soldi alla sanità, alla scuola, ai servizi”.