“La proposta di patrimoniale presenta limiti e difetti. Il principale è che va a colpire gli individui con dichiarazioni alte ma non tocca l’elusione, le multinazionali e i redditi improduttivi. Ogni ipotesi che voglia andare in questa direzione non può prescindere da una revisione dei valori degli immobili”.
Lo scrive il senatore Pd Tommaso Nannicini su Linkiesta.
” La prima regola aurea delle patrimoniali -sottolinea- è che si fanno e non si annunciano. La seconda regola aurea è che, se si vuole fare un’operazione di giustizia sociale, le si fanno bene, pensandole all’interno di una riforma complessiva del fisco e della spesa pubblica.
Insomma, non si capisce perché a sinistra sembri sempre così sexy tassare gli individui che hanno numeri apparentemente “grossi” in qualche dichiarazione (anche se quei numeri arrivano dal loro lavoro e dall’onestà di dichiararli) e non sia altrettanto sexy ridurre i vantaggi delle multinazionali, le rendite improduttive – magari ereditate per mera linea dinastica – o l’elusione. Certo, è più difficile, ma la nostra capacità di fare redistribuzione dai ricchi ai poveri passa da lì, non dagli interventi improvvisati. Vogliamo provare a fare (non solo dire) qualcosa di sinistra? Riformiamo il catasto.


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