“La riforma del Codice antimafia ha compiuto oggi in Senato un altro importante passo verso l’approvazione definitiva, che potrà giungere già alla Camera, rafforzando l’impegno dimostrato in questa legislatura nella lotta alla criminalità organizzata e agli effetti della sua azione sul piano economico”. Lo afferma la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro.

“Il provvedimento vuole rendere efficace ed effettiva la trasformazione della ricchezza mafiosa in ricchezza sociale – prosegue la ministra – consentendo così il rafforzamento di una cultura collettiva cosciente della ‘convenienza’ del contrasto alle organizzazioni criminali. Una sorta di antimafia diffusa, che parta dall’interesse stesso dei singoli cittadini a liberarsi dal giogo mafioso”.

“Questo provvedimento è stato approvato nel novembre 2015 dalla Camera con una larghissima maggioranza”, ricorda Finocchiaro. “La discussione a Palazzo Madama, prima del voto odierno, è durata un anno e otto mesi. In Senato è stato giustamente precisato che l’estensione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali fosse circoscritta, per quanto riguarda i reati contro la Pubblica amministrazione, a coloro i quali sono accusati di agire in associazione. Un fenomeno che rende la corruzione uno dei mali più profondi del nostro Paese. Mi chiedo perché il dibattito intensissimo, orientato a chiedere la modifica proprio di quell’articolo 1, sia emerso solo in questi ultimi giorni, senza aver accompagnato il lungo percorso di formazione della legge”, conclude la ministra.


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