di Andrea Marcucci e Rosa Maria Di Giorgi
cultura2Con l’approvazione del decreto Cultura abbiamo segnato una netta inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni. Risorse importanti, innovazioni di procedura e ricadute sull’occupazione e sul turismo sono previsti per rilanciare il patrimonio artistico e culturale italiano come asset strutturale del sistema Paese. Una concezione fortemente voluta dal Partito Democratico, un risultato importante che abbiamo ottenuto.
In particolare, il testo approvato prevede più stanziamenti e comincia ad introdurre criteri selettivi e principi di merito. Su Pompei si individua finalmente una struttura operativa per uscire dall’emergenza, sulle fondazioni liriche si introduce l’incentivo al pareggio di bilancio, si aumenta il fondo per gli interventi urgenti (8 milioni di euro), la musica dal vivo nei locali con non più di 200 spettatori potrà essere organizzata con una semplice autocertificazione, si finanzia con 2 milioni di euro il restauro del Mausoleo di Augusto, si stanziano 1,3 milioni di euro per le fondazioni culturali, si allargano i benefici del tax credit alla musica e a tutto il comparto dell’audiovisivo. 
Certo, il decreto è solo un primo passo, vanno infatti ancora stabilizzati i contributi del Fus con una pianificazione triennale, va garantita una gestione più oculata dei beni culturali e vanno previsti incentivi fiscali alle sponsorizzazioni. Ma, grazie all’impegno del Pd, sulla cultura abbiamo imboccato la strada giusta.