“Le modifiche proposte all’articolo 3 del Disegno di Legge Costituzionale n. 153 rappresentano un attacco diretto all’articolo 104 della nostra Costituzione e ai principi fondanti del nostro ordinamento: autonomia, terzietà e indipendenza della magistratura.” Lo ha dichiarato oggi in Aula il senatore del Partito Democratico Francesco Giacobbe, nel corso del suo intervento sul DDL per la separazione delle carriere dei magistrati.
“Questa riforma – ha sottolineato Giacobbe – non solo introduce contenuti discutibili, ma stravolge anche il linguaggio stesso della nostra Carta. Chi legge l’attuale articolo 104 ne apprezza la chiarezza, la semplicità, la coerenza logica: valori che stanno venendo demoliti da una maggioranza che usa la Costituzione come terreno di scontro politico.”
Il senatore ha criticato con forza il metodo adottato: “Una riforma costituzionale richiede il coinvolgimento di tutte le forze politiche, della società civile, dei gruppi di interesse, del Parlamento nel suo insieme. Al contrario, la strada intrapresa esclude chi dissente, producendo una Costituzione scritta a immagine e somiglianza di una sola parte politica. Questo è un precedente grave e pericoloso.”
Nel merito, Giacobbe ha evidenziato le principali criticità a partire dalla separazione della magistratura in due Consigli Superiori, uno per la funzione giudicante e uno per quella requirente, “non rafforza il sistema ma lo indebolisce, creando divisioni e rischi di condizionamento”. Per, poi, passare all’estrazione a sorte dei componenti dei Consigli “una lotteria grottesca che svilisce il merito e la responsabilità, trasformando un organo di garanzia democratica in un reality show”. E, in ultimo le limitazioni imposte ai sorteggiati (come il divieto di iscrizione ad albi professionali o di elezione in Parlamento e nei consigli regionali) che sono “norme punitive e selettive, prive di giustificazioni reali”.
“Questa non è una riforma che rafforza la giustizia – ha detto il senatore del Pd – ma una manovra che rischia di consegnare la magistratura a logiche di controllo politico. Il Partito Democratico respinge con determinazione questo disegno, perché sappiamo quanto sia fondamentale difendere l’autonomia della magistratura per la tenuta della nostra democrazia.”
Giacobbe ha infine rivolto un appello ai senatori di maggioranza: “Fermatevi finché siamo in tempo. Votate sì ai nostri emendamenti, che non sono ostruzionismo ma contributi per evitare un errore storico. Difendere oggi lo status quo della Costituzione non è conservatorismo, ma un atto di coraggio riformista. Perché la nostra Carta, la più bella del mondo, guarda da sempre al futuro.”


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