Interrogazione Pd al Ministro della Giustizia Lo scorso 10 novembre, Antonio R., di 56 anni, recluso dal 20 di agosto nella Casa Circondariale di Torino Lorusso-Cutugno, in attesa di giudizio, si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo. Il 28 ottobre, con modalità analoghe, si è tolto la vita Tecca G. di 26 anni, anch’egli in attesa di giudizio, arrestato per il furto di un paio di auricolari il giorno precedente. Il 15 di agosto, utilizzando un sacchetto di nylon e il cordino dei calzoncini, si è tolto la vita Alessandro G. di 24 anni, entrato in carcere il 2 agosto e anch’egli in attesa di giudizio. Il 24 luglio si è tolto la vita impiccandosi nella propria cella, Mohammad Z. K. di 38 anni, entrato in carcere il 21 gennaio e in attesa di giudizio.Quattro casi diversi, quattro storie diverse che testimoniano una situazione drammatica e inaccettabile in quel carcere.Ai suicidi, come riportato da diversi organi di stampa, sono poi da aggiungere decine di tentati suicidi, l’ultimo dei quali lo scorso 12 novembre, sventato anche grazie al pronto intervento degli agenti della polizia penitenziaria. Negli altri istituti penitenziari del territorio nazionale la situazione purtroppo non è meno preoccupante: i morti per suicidio sono oramai 79 dall’inizio dell’anno.Per questo motivo il senatore Andrea Giorgis ha presentato una interrogazione al Ministro della Giustizia, sottoscritta da tutti i membri dem della commissione Giustizia e da gran parte del gruppo Pd a Palazzo Madama in cui si chiede di sapere “quali iniziative necessarie e urgenti il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per porre rimedio a tale drammatica situazione e, in particolare, per:– ridurre il sovraffollamento, che negli ultimi tempi ha ripreso a crescere e che, come noto, costituisce un serissimo ostacolo a una esecuzione della pena conforme ai precetti costituzionali e capace di favorire il graduale reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, prevenendo in tal modo i rischi di recidiva. Ad oggi, nella Casa Circondariale Lorusso-Cutugno di Torino, sono recluse circa 1400 persone a fronte di una capienza di poco inferiore ai 1100 posti. A livello nazionale la proporzione non è molto dissimile: a fronte di una capienza effettiva inferiore ai 48.000 posti, sono presenti più di 56.400 detenuti. Parte non trascurabile di questi, circa 4000, sono condannati per una pena inferiore ai due anni e circa 14.000 hanno una pena residua inferiore ai due anni;            – assicurare una piena ed effettiva tutela della salute dei detenuti a partire da quelli psicologicamente più fragili;– accelerare e rafforzare l’assunzione di personale: amministrativo, della polizia penitenziaria e del c.d. trattamento, anche per assicurare a tutti coloro che operano all’interno degli istituti penitenziari condizioni di lavoro conformi al difficile e delicato compito che sono chiamati a svolgere;– accelerare e incrementare gli interventi di manutenzione e ristrutturazione degli edifici penitenziari;– dare piena ed effettiva attuazione alla recente riforma legislativa contenuta nella legge 27 settembre 2021, n.134, in materia di pene sostitutive delle pene detentive brevi”.


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