Stupisce che alcune forze politiche critichino la riforma del Titolo V perché ha aperto alla possibilità di differenziazioni ex art.116, e poi sostengano un ddl che non è affatto prescritto dalla Costituzione neanche dall’art.116, dimenticando al tempo stesso che la riforma del Titolo V prescrive invece al legislatore statale di garantire su tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali ex art.117 lett m).
Sulla necessità di procedere innanzitutto a definire e finanziare i livelli essenziali delle prestazioni prima di consentire qualsiasi ulteriore differenziazione, sembra avere le idee chiare la Conferenza delle Regioni che, in sede di audizioni, con il Presidente Fedriga, ci è sembrata consapevole anche della impossibilità di garantire adeguati livelli essenziali, superare le disuguaglianze oggi esistenti tra una regione e l’altra e, al contempo, prevedere come fa art.8 del ddl Calderoli l’invarianza finanziaria, senza immaginare una riduzione degli attuali trasferimenti alle regioni più ricche del nord e del centro Italia”. Così il senatore Andrea Giorgis, capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama.


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