“Abbiamo presentato circa 800 emendamenti, per riaffermare con chiarezza la nostra contrarietà a ogni riduzione della democrazia alla scelta del capo e per avanzare una proposta alternativa, seria ed equilibrata che guarda al modello tedesco.

L’elezione diretta del Presidente del Consiglio e la contestuale elezione di una “sua” maggioranza parlamentare, eletta per trascinamento, non risolve alcun problema ma rischia solo di rendere le nostre istituzioni politiche meno plurali, meno rappresentative, più rigide e quindi più fragili.

Come ha osservato la gran parte degli auditi, è preferibile, e più efficace, rimanere nel solco della forma di governo parlamentare e della maggior parte delle democrazie occidentali e, in tale prospettiva, rafforzare il ruolo e la capacità rappresentativa e di indirizzo del Parlamento, garantendo al tempo stesso, attraverso la sfiducia costruttiva, la stabilità del Governo, come dimostra l’esperienza tedesca.

Nella stessa prospettiva di tutela del pluralismo, delimitazione del potere delle maggioranze (qualunque esse siano) e di un più efficace ed equilibrato rapporto tra Parlamento e Governo, abbiamo altresì proposto l’introduzione di nuovi e ulteriori limiti alla decretazione d’urgenza, dando però al Governo la possibilità di ottenere, a determinate condizioni e senza sostituirsi alle Camere, una più rapida trattazione delle proprie proposte di legge, con voto a data certa; e contemporaneamente abbiamo proposto di introdurre in Costituzione adeguate garanzie per le opposizioni e di innalzare i quorum per l’elezione delle figure di garanzia e per la revisione della Costituzione.

La democrazia partecipata e plurale è fatica, perché faticose sono la mediazione e la costruzione dal basso di sintesi sempre più avanzate; ma è un bene troppo prezioso per rinunciarvi attraverso pericolose scorciatoie”. Così il senatore Andrea Giorgis, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama dopo il deposito degli emendamenti.


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