“Non c’è nessuna attività ostruzionistica,
ogni emendamento ha un valore di merito. Questa
legge va riscritta. La maggioranza non può sottrarsi alle
osservazioni di Confindustria, Anci, Upi e dell’Ufficio
parlamentare di Bilancio”. Così Andrea Giorgis, capogruppo del
Partito Democratico in Commissione Affari costituzionali di
Palazzo Madama, commenta i circa 190 emendamenti presentati dai
Dem in Commissione al ddl Autonomia. La scadenza per l’invio è
fissata alle 14 di oggi.
Gli emendamenti, spiega Giorgis, sono divisi in quattro
pacchetti. Nel primo pacchetto sono trattate le questioni
relative alle materie oggetto di devoluzione. Il Pd punta così a
definire le materie che non possono essere devolute. Tra queste,
le norme generali sull’istruzione, le grandi reti di trasporto,
la distribuzione dell’energia, la tutela e sicurezza del lavoro.
Per il senatore, queste ed altre materie “non possono essere
devolute alla competenza esclusiva della singola Regione”. Nel
secondo pacchetto, si vuole evidenziare il “protagonismo del
Parlamento”, che per i Dem deve avere un ruolo nella definizione
dei Lep, nella definizione dei contenuti di fondo dell’intesa e
nel recepimento dell’intesa stessa. Nel terzo pacchetto, si
parla di reversibilità della devoluzione. “Se la regione si
dimostra incapace di gestire quella funzione lo stato può
riacquisirla, altrimenti i cittadini stessi ci rimetterebbero”,
spiega Giorgis. Nel quarto ed ultimo pacchetto si tratta il tema
delle risorse. “Bisogna che – conclude il senatore Pd – prima di
qualsiasi trattativa con la regione, si garantisca a tutti i
cittadini, ovunque essi vivano, l’accesso ai livelli essenziali
delle prestazioni”.