“Come Pd ci siamo posti come sempre con atteggiamento propositivo nei confronti della maggioranza, nell’esaminare questo decreto. Alcune nostre proposte sono state accolte. Penso alla battaglia condotta insieme con i giovani e con i lavoratori, perché anche nella prossima tornata elettorale sia consentito il diritto di voto a fuorisede per ragioni di studio, di lavoro o di salute. Penso al superamento della distinzione delle liste per sesso e all’abrogazione del cognome del marito accanto a quello delle donne sposate, due emendamenti approvati che superano anacronismi e discriminazioni. In altri casi però la maggioranza e governo hanno girato la testa dall’altra parte. E così è rimasto l’articolo 1, che abbina la consultazione referendaria al secondo turno delle elezioni amministrative. Il nostro timore che il governo attraverso questo atteggiamento voglia scoraggiare il voto dei cittadini ai referendum non è stato fugato neanche dalla prova di appello: allontanare questo sospetto invitando al voto i propri elettori. Le forze politiche dichiarano tutte di voler superare la sfiducia dei cittadini nella partecipazione pubblica. Riavvicinare i cittadini alle istituzioni significa non cedere ad astuzie e furbizie. Per questo il nostro voto sul decreto non può essere che negativo. Governo e maggioranza dimostrino che non hanno paura del voto e invitino cittadini a votare al referendum”. Lo ha detto in Aula il senatore Andrea Giorgis, capogruppo del Pd nella Commissione Affari costituzionali.
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