“Siamo di fronte al 43esimo decreto del governo Meloni, contenente 13 articoli i cui contenuti vanno dalle intercettazioni e contrasto alla cybersecurity alla tutela dell’orso marsicano, passando per le competenze del giudice onorario in materia di minorenni, per la destinazione dell’8 per mille e per la proroga della normativa sui biglietti dei luoghi di cultura. Qual è la matrice razionalmente unitaria di questo decreto? Si tratta di tutti casi straordinari di necessità e urgenza? Eppure la Corte costituzionale ha più volte sottolineato che i decreti devono avere un contenuto omogeneo e il presupposto dell’urgenza e della straordinarietà. E poi la procedura: la legge di conversione è stata incardinata ieri alle ore 14 e alle 1730 sono scaduti i termini per gli emendamenti, ai quali in commissione abbiamo dedicato 55 minuti in tutto, tanto che persino il presidente Balboni ha sentito il dovere di denunciare la questione. Siamo in una situazione contraria ai più basilari principi della nostra Costituzione e su questo punto dovrebbe esserci una condivisione ampia. Perché dobbiamo avere chiaro che le prerogative del Parlamento non sono un nostro privilegio ma una funzione garantita dalla Costituzione, che proprio la Carta ci obbliga a difendere. Rivendicare le prerogative delle Camere significa adempiere a un dovere costituzionale. Per questo chiediamo al Presidente del Senato di far valere le prerogative del Senato, prima che la maggioranza metta mano a riforme costituzionali quali il premierato destinate a peggiorare questa situazione”. Lo ha detto in Aula il senatore Andrea Giorgis, capogruppo del Pd nella Commissione Affari costituzionali.
Pubblicato il
in Affari Costituzionali, Comunicati Stampa, Governo Meloni, Parlamento, Stampa