“Posso invitarla a visitare il
carcere di Torino? Gli istituti penitenziari di Biella,
Alessandria, Asti e Cuneo? Posso chiederle di ascoltare dalla
voce degli agenti della Polizia penitenziaria le condizioni in
cui sono costretti a svolgere il proprio lavoro? Posso chiederle
di venire a Torino e parlare con la direttrice del carcere, con
alcuni detenuti, con gli educatori, con i responsabili degli
Uffici di esecuzione penale esterna? Le direi di parlare con i
mediatori culturali, se ce ne fosse qualcuno, ma non ce n’è
nessuno in questo momento”. A rivolgere questo invito al
viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, nell’Aula
di Palazzo Madama, è il senatore del Pd Andrea Giorgis che ha
presentato un’interrogazione sul carcere “Lorusso e Cotugno”
denunciandone le condizioni di invivibilità.
“A Torino, nella casa circondariale ‘Lorusso e Cutugno’, che
ospita 1.400 detenuti, non c’è un mediatore culturale – spiega
Giorgis – lei ci ha appena detto che la popolazione carceraria
nel carcere di Torino è composta prevalentemente da persone
straniere, eppure in questo momento non c’è un mediatore
culturale. Non è mai accaduto. Torino non ha mai sofferto una
condizione così degradante della detenzione”. “E quando verrà
realizzata la manutenzione ordinaria? Due anni fa il ministro
Nordio venne a Torino, in conseguenza della tragica vicenda dei
suicidi che, nel giro di pochi mesi, si erano consumati e
assicurò che la ristrutturazione del padiglione C era questione
di giorni, di mesi. Ebbene, non c’è ancora neanche un barlume di
inizio dei lavori”. “Lei mi dirà – prosegue Giorgis rivolgendosi
a Sisto – che con il sovraffollamento che c’è è impossibile
iniziare un lavoro di manutenzione e di ristrutturazione, ma
questa considerazione è drammaticamente realistica, perché su
una struttura che ha una capienza effettiva di poco più di 1.000
posti, ci sono 1.400 detenuti. È difficile, quindi, iniziare i
lavori di manutenzione e di ristrutturazione, eppure è
indispensabile farlo, perché le condizioni di degrado in cui
versa la struttura sono tali che imporrebbero la chiusura di
interi padiglioni, di intere sezioni”.
“Perché – insiste l’esponente del Pd – vi ostinate ad
aumentare il numero delle pene e dei reati? Perché non avete
consolidato misure alternative sperimentate durante la pandemia,
che hanno dato buona prova di sé? Non c’è stato un solo caso di
violazione delle misure alternative, perché non le avete
stabilizzate?”. “Sa quanti sono i detenuti che scontano una pena
complessiva inferiore a un anno e mezzo nel solo carcere di
Torino? Sono 495. Faccia il calcolo: 495 su 1.430. Queste
persone – conclude Giorgis – dovrebbero essere sottoposte a
misure alternative e non stare in carcere”.


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